Il Governatore della Calabria tira dritto e sulla spaccatura del Pd regionale che lo vuole fuori replica stizzito “nessuno può togliermi dal Pd. C’è un commissario che vuole sottrarre il Pd ai calabresi e il commissario non è il Padreterno o il proprietario del partito”. Poi la stoccata al senatore dei 5 Stelle Nicola Morra “questo signore si permette di fare il moralista senza guardarsi allo specchio”
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CATANZARO – Non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro e mollare il Partito Democratico. E a chi ha deciso di metterlo nell’angolo cacciandolo dal partito se dovesse continuare a percorrere la strada delle primarie, replica duro e senza giri di parole “Oliverio è nel Pd, non è Oliverio che si pone fuori dal partito ma è il commissario che vuole sottrarre il Pd ai calabresi. Il che è una cosa un poco diversa. Nessuno ha il potere di togliermi fuori dal partito”. Passa dunque al contrattacco il Governatore della Calabria che ieri si è recato a Catanzaro, cosa che fa da oramai 5 anni, in veste di presidente della Giunta regionale. Inevitabile, però, tornare a parlare della stretta attualità politica e dell‘insanabile frattura con il commissario regionale del PD Graziano che, di fatto, ha chiuso la porta a qualsiasi tentativo di ricandidatura di Oliverio che dopo aver indetto le primarie istituzionali, rischia dunque l’espulsione dal partito così come tutti quelli che vi dovessero partecipare.
Un commissario non può stravolgere le regole
“Il Pd ha delle regole, le regole valgono sempre anche quando ci sono dei commissari – ha detto Oliverio – soprattutto ritengo scorretto e irrispettoso rispetto a migliaia di iscritti e militanti, un commissario nominato da Roma. Il commissario non è il Padreterno, non è il proprietario del Pd deve rispettare le regole e rispettare lo Statuto. La mia candidatura è in campo e se ci sono altri candidati si va alle primarie. Lo Statuto del Pd, che anche il commissario del partito è tenuto a rispettare, prevede una norma precisa in base alla quale i presidenti di Regione al primo mandato possono riproporre la loro candidatura e qualora ci siano altri candidati sostenuti dal 15% degli iscritti al partito c’è il ricorso alle primarie.
Sto lavorando alle liste
“Io mi sono riproposto alla candidatura – ha aggiunto Oliverio – con una lettera al segretario a norma di Statuto. Ci sono delle regole che vanno rispettate da tutti. Sto lavorando per la preparazione delle liste. In questi mesi ho girato in lungo e in largo la regione, confrontandomi con la comunità dei calabresi. Le alleanze si costruiscono non dall’automatico trasferimento degli accordi dal centro alla periferia ma partendo dai bisogni reali della società. Aggiungo che è stato un fatto positivo che il Governo nazionale si facesse per contrastare la deriva della destra sovranista. Ora però, la sfida vera sono le risposte che il governo sarà in grado di dare ai bisogni della società italiana, soprattutto del Sud e della Calabria. È su questo terreno che bisogna misurarsi e non sulle alchimie. Sento continuamente parole come novità e cambiamento,bene, dico che l’unica vera novità sarà rappresentata dalla continuazione del mio governo per atri cinque anni”
Morra dovrebbe dare maggiore peso alle parole che pronuncia
“Vedo che ci sono rincorse ai Cinque Stelle e poi ci sono risposte, da quella parte, che sono davvero offensive. A partire da questo signore (Morra) che è alla guida della Commissione parlamentare antimafia che si permette di fare il moralista e di dare lezioni di etica e morale senza guardarsi allo specchio. Magari facendosi anche scudo della funzione che rivesto. Ritengo, invece – ha concluso Oliverio – che dovrebbe dare un maggiore peso alle parole che pronuncia. A mio avviso infatti una delle questioni che noi abbiamo davanti è proprio quella di difendere l’autonomia della politica, contrastando la criminalità e l’illegalità ma non diventando una succursale dei palazzi di giustizia”.
