Avrebbero costretto o indotto i clienti a stipulare polizze per ottenere i mutui. Sono 7 le persone indagate, ovvero il Direttore dell’ufficio finanziario e dipendenti di una filiale di Unicredit
REGGIO CALABRIA – Costringevano o inducevano con l’inganno clienti, singoli o titolari di imprese, ad aderire a polizze assicurative. Era questa la garanzia necessaria e indispensabile per ottenere i finanziamenti richiesti alla banca. Ma era tutto un inganno per ottenere i premi. Il direttore dell’ufficio finanziario dello sportello Unicredit di Reggio Calabria e sei dipendenti dello stessa struttura sono ora indagati per usura, estorsione e truffa.
La Guardia di finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura reggina, ha notificato l’avviso di conclusione indagini ai 7 soggetti, accusati di far parte di un’associazione a delinquere attiva dal 2012. In particolare, le vittime sarebbero state costrette o comunque indotte a contrarre finanziamenti per far conseguire le commissioni all’intermediario tra le imprese-clienti.
Secondo quanto è emerso il direttore avrebbe ricattato gli imprenditori di classificare il debito “in sofferenza” segnalando l’impresa alla centrale rischi Bankitalia con possibilità di fallimenti e sequestri.
L’associazione a delinquere era composta dal direttore di un ufficio finanziario “small business”, che è risultato promotore del meccanismo criminale, incardinato nella sede centrale reggina di Unicredit e da 6 fidati dipendenti. Il gruppo avrebbe messo in atto una serie atti estorsivi e truffaldini.
Le vittime erano costrette a contrarre i finanziamenti
Così l’istituto di credito conseguiva le commissioni spettanti all’intermediario tra le imprese-clienti e le società di assicurazione per l’adesione alle citate polizze assicurative, al fine ultimo di conseguire premi in denaro che l’istituto medesimo avrebbe riconosciuto sia ai singoli operanti, appartenenti all’associazione a delinquere, sia al loro ufficio di appartenenza.
E gli episodi di minacce estorsive non si sono limitate soltanto a questa tipologia. In altri casi, infatti, il direttore dell’ufficio, in concorso con i dipendenti coinvolti, ricattava i titolari di imprese commerciali di classificare il debito della società nei confronti della banca quale in sofferenza e, quindi, di segnalare l’impresa alla centrale dei rischi della Banca d’Italia, corredando l’ingiustificata minaccia con quella di fallimento della società e di sequestro dei possedimenti personali dei coartati imprenditori. Servendosi di queste “intimidazioni”, quindi, il direttore dell’ufficio induceva i clienti, in maniera forzata, a sottoscrivere ingenti finanziamenti per estinguere la posizione debitoria, nonché a stipulare, allo scopo di ottenere il finanziamento, polizze assicurative presentate come obbligatorie ma, in realtà, assolutamente facoltative.
L’attività, commessa in maniera indisturbata, in un clima di ritenuta impunità, al solo fine di accaparrarsi i premi in denaro previsti per i contratti finanziari stipulati, è aggravata dalla circostanza di essere stata commessa con abuso di prestazioni d’opera, avendo gli indagati stessi approfittato del rapporto fiduciario instaurato dall’istituto bancario con le persone offese, che sono state identificate, per il periodo oggetto di indagine, in ben diciassette persone fisiche e nell’istituto bancario di appartenenza dei soggetti.
