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Laurignano, muore sul lavoro travolto in una buca. Assolto dall’accusa di omicidio

Corte Dappello di Catanzaro

La Corte D’Appello di Catanzaro ha assolto dal reato di omicidio colposo il committente di un lavoro nel quale 4 anni fa morì tragicamente il titolare di una ditta a causa di una frana che lo travolse all’interno di una buca nella quale stava lavorando

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CATANZARO – La Corte D’Appello di Catanzaro ha assolto dal reato di omicidio colposo per non aver commesso il fatto, G.R., difeso dall’avvocato Ugo Ledonne e imputato per la morte del titolare di una ditta avvenuta a Laurignano 4 anni. In primo grado l’uomo era stato condannato dal Tribunale di Cosenza a 6 mesi di reclusione, senza sospensione della pena, oltre al pagamento di una provvisionale da versare in favore delle costituite parti civile. I fatti risalgono al pomeriggio del 1 aprile del 2015. Il titolare della ditta era stato chiamato dall’imputato per effettuare dei lavori nel giardino dell’abitazione a Laurignano, frazione di Dipignano. Mentre stava scavando una buca, a causa di un improvviso smottamento, l’uomo rimase travolto da cumuli di terra e materiale di risulta proprio mentre si trovava in fondo alla buca.

In appello la difesa ha sempre sostenuto che G.R., committente dei lavori da effettuare nel suo giardino, non  poteva essere responsabile di quanto accaduto poiché si trattava di una ditta con tanti anni di lavoro e una maturata esperienza professionale, oltre ad aver già svolto dei lavori presso l’abitazione dell’uomo che non poteva avere le conoscenze tecniche per poter approntare tutti i sistemi di sicurezza e quindi imporre alla ditta le dovute cautele del caso e che si contestavano nei capi d’accusa. All’uomo era contesto di non aver puntellato le pareti dello scavo. Il PM sosteneva che l’omissione fosse determinata dalla fretta dell’uomo nel terminare i lavori ed avrebbe imposto alla ditta di non attuare i sistemi di precauzione. Nell’istruttoria dibattimentale, la difesa ha invece provato come G.R. non avesse mai avuto ingerenze nei lavori così come erano stati invece pianificati dalla ditta a cui si era rivolto. Infine, l’avocato Ugo Ledonne ha anche contestato la doppia qualifica data al G.R. nel capo d’imputazione, ovvero quello di datore di lavoro e committente. Entrambe le qualifiche, ha sostenuto la difesa non possono essere attribuite. O si è committente o si è datore di lavoro. La corte D’Appello di Catanzaro ha dato ragione a quanto sostenuto dalla difesa ed ha assolto l’uomo per non aver commesso il fatto.

 

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