Secondo uno studio del MIT il virus potrebbe “viaggiare” nell’aria per distanze ben più ampie di quanto si pensi. Brusaferro precisa che “le principali vie di trasmissione del virus sono quelle per ‘droplet’ (goccioline) e quelle per contatto”
«In questo momento non abbiamo evidenze per dire che il virus circola nell’aria». È quanto dichiarato da Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, commentando la notizia apparsa in uno studio del MIT, secondo il quale il virus all’interno delle goccioline emesse con un colpo di tosse o uno starnuto potrebbe “viaggiare” nell’aria per distanze ben più ampie di quanto si pensi.
«I dati che abbiamo a livello epidemiologico internazionale – precisa Brusaferro – ci dicono che le principali vie di trasmissione del virus largamente responsabili della sua trasmissione sono quelle per ‘droplet’ (goccioline) e quelle per contatto. Il contagio per via aerogena era stato ipotizzato e dimostrato in alcuni contesti particolari e in presenza di alcune procedure soprattutto in ambito sanitario. Dai dati della letteratura scientifica finora sappiamo dunque che queste due sono le principali modalità di trasmissione, poi valuteremo man mano che arriveranno nuovi dati».
Secondo l’infettivologo David Heymann, presidente di un gruppo di consulenti dell’Oms che valuterà se – per rallentare la diffusione del virus – è necessario che un maggior numero di persone indossino le mascherine. «L’Oms sta riaprendo la discussione esaminando le nuove prove per vedere se dovrebbe esserci un cambiamento nel modo in cui consiglia l’uso delle mascherine», ha detto Heymann, ex direttore dell’Oms che nel 2003 coordinò la risposta dell’organizzazione alla Sars. Attualmente l’Oms raccomanda una distanza minima di almeno un metro da una persona che tossisce o starnutisce e sottolinea che i malati o le persone che mostrano i sintomi della malattia dovrebbero indossare le mascherine. Il nuovo studio indica che le goccioline emesse con un colpo di tosse o uno starnuto possono raggiungere rispettivamente fino a sei e otto metri di distanza. Ma il virus potrebbe viaggiare nell’aria anche senza colpi di tosse o starnuti: con il semplice respiro. Il virus SarsCov2 è stato trovato in campioni d’aria raccolti a oltre 1,8 metri distanza tra due pazienti, scrive l’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti in una lettera al capo delle politiche scientifiche della Casa Bianca. Tuttavia precisa che le microparticelle più piccole possono “viaggiare” nell’aria anche per distanze ben più lunghe. Se questi dati verranno confermati, ha commentato Heymann, «è possibile che indossare una mascherina sia altrettanto efficace o più efficace della distanza» interpersonale.
