I dati pubblicati dal rapporto del sistema nazionale per la protezione dell’Ambiente (Snpa) che ha classificato le acque di balneazione secondo 4 classi di qualità valide in tutta Europa. Solo il 31,% del mare calabrese è scarso ma la nostra regione si trova comunque in fondo alla classifica. Peggio solo Campania, Molise e Abruzzo
.
COSENZA – Per il 2020 oltre 5.400 chilometri di acque di balneazione delle costa italiana sono state classificate con la classe più elevata, cioè “eccellente”, circa il 95% di tutte quelle classificate. Lo rileva il rapporto del Sistema nazionale per la protezione dell’Ambiente (Snpa) di cui fanno parte l’Ispra e tutte le agenzie regionali per l’ambiente (Arpa/Appa). Sardegna e Puglia, con il 99,7% di chilometri di coste balneabili “eccellenti” sono le due regioni con i dati più positivi, e anche con maggior estensione di costa, ben 1.400 km l’isola dei nuraghi e quasi 800 per il tacco dello stivale d’Italia. Lo studio 2020 realizzato con i dati delle stagioni balneari 2016-2019 che hanno permesso alle Regioni, su proposta delle ARPA/APPA (a Bolzano direttamente da parte di Appa) che svolgono l’attività di controllo e monitoraggio delle acque di balneazione (ad eccezione della Sicilia per il mare e di Lombardia e Trento per i laghi), di classificarle secondo le 4 classi di qualità valide in tutta Europa: Eccellente, Buona, Sufficiente, Scarsa.
Sardegna e Puglia al top. Calabria in fondo
Sardegna e Puglia, con il 99,7% di chilometri di coste balneabili “eccellenti” sono le due regioni con i dati più positivi, e sono anche due delle regioni con la maggior estensione di costa. Sono comunque nove le regioni che registrano oltre il 90% di chilometri di acque di balneazione eccellenti. Dopo le regine Sardegna e Puglia, anche Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Basilicata e Sicilia (per quest’ultima regione il dato è relativo a 5 province su 8, infatti, non è stato possibile, al momento, reperire la classificazione delle acque di balneazione per le province di Agrigento, Catania e Messina). La Calabria, con 672 km di costa e 631 di acque, si trova al quartultimo posto con l’85% di acque definite “eccellenti” pari a 595,841 km, il 6,1% “buone” pari a 40,751 km, il 3,1 “sufficiente” pari a 21,045 km e il 2,3% scarsa pari a 15,122 km. Più giù in ordine di classifica Campania, Molise e Abruzzo.
Oltre 5.400 km di acque di balneazione “eccellenti”
Gli oltre seimila chilometri di mare che bagnano le coste del nostro Paese sono suddivisi – ai fini del monitoraggio – in quasi quattromilacinquecento “acque di balneazione”. Per ciascuna di esse, almeno una volta al mese per tutta la durata della stagione, le Arpa/Appa effettuano campionamenti e analisi per tutelare i bagnanti (ad eccezione della Sicilia dove questa attività viene svolta dalle Aziende Sanitarie provinciali). Con il termine “acque di balneazione” vengono indicate le acque marine, ma anche le acque dolci superficiali, correnti o di lago, nelle quali la balneazione è espressamente autorizzata o non vietata. Per ciascuna “acqua di balneazione” sono individuati i punti di monitoraggio rappresentativi della qualità dell’intera area. Complessivamente in una stagione balneare le agenzie ambientali effettuano oltre 24.000 campionamenti e altrettante analisi di laboratorio per determinare la presenza dei due parametri microbiologici che indicano la qualità dell’acqua di balneazione, per un totale, quindi, di oltre 48.000 determinazioni analitiche
