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Rifiuti, Pellegrino replica a Granata: “i nostri costi sotto controllo, approfondire quelli del Consorzio”

vallecrati

Continua il botta e riposta sul tema della gestione del servizio rifiuti. Crescenzo Pellegrino risponde al presidente del consorzio Valle Crati Maximiliano Granata

 

RENDE (CS) – In merito alla polemica sulla gestione del settore rifiuti e la conseguente emergenza che sta vivendo il territorio, Crescenzo Pellegrino in veste di Presidente della sezione “Energia, Chimica e Ambiente” di Uniundustria Calabra, replica al presidente del consorzio Valle Crati Maximiliano Granata che accusava la società di essere responsabile della situazione d’emergenza e chiedendo una gestione pubblica da parte degli enti locali nel settore rifiuti.

“Ammontano ad oltre 5 milioni di euro – si legge in una nota di Pellegrino – i maggior costi che i Comuni interessati dovranno corrispondere all’ATO 1 di Cosenza per la gestione dei rifiuti urbani conferiti alla discarica di San Giovanni in Fiore, in conseguenza del sovrapprezzo praticato dal Consorzio Valle Crati per lo smaltimento degli scarti del trattamento della Rur e della Ford. Tenuto conto della persistente opera di disinformazione e denigrazione praticata dal presidente dello stesso consorzio, che invoca una gestione totalmente pubblica del ciclo dei rifiuti, per amore di verità e trasparenza nei confronti dei cittadini contribuenti, è bene fare chiarezza fino in fondo.

Questi i dati a riprova di quanto premesso. Il Consorzio Valle Crati a seguito di provvedimento autorizzativo da parte del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria avviava il ripristino delle quote di abbanco del lotto 1 della discarica pubblica di loc. Vetrano in San Giovanni in Fiore. Dal 24 luglio 2019 al 29 febbraio 2020 “abbancava circa 30.750 tonnellate di scarto denominato “compost fuori specifica” cer 190503. I costi che il Consorzio ha sostenuto affidando a terzi le lavorazioni necessarie in discarica e per l’abbanco del rifiuto, sono stati i seguenti:

Come ha fatto lo stesso Consorzio a giustificare questa tariffa? Ha esposto nel Pef (piano economico finanziario) una serie di costi diretti mai sostenuti perché tutte le attività poste in essere in discarica sono state affidate a terzi con prezzi certi e corrisposti anche a seguito di procedure di gara ad evidenza pubblica.

A marzo del 2020, con ordinanza nr. 14 del Presidente Santelli, il Consorzio veniva immediatamente autorizzato a sopraelevare il lotto 1 per un quantitativo provvisorio di 24000 tonnellate, che diventeranno 50000 con l’approvazione del progetto complessivo. I costi previsti per questo secondo abbanco sono i seguenti:

Anche in questo caso, nel Pef sono stati esposti una serie di costi diretti mai sostenuti perché tutte le attività necessarie si stanno affidando a terzi con un riferimento preciso del prezzo per tonnellata. Considerato che il Consorzio Valle Crati è un Ente pubblico che non può ricaricare alcun utile sulle attività che presta a favore di altri Enti pubblici (nel ns. caso l’ATO 1 CS) e quindi dei cittadini, non si capisce come si possa giustificare tale tipo di lucro che, nel 1° caso (servizio di recupero di un rifiuto per il ripristino dei profili) vale circa 2,9 milioni di euro e nel 2° caso relativo all’abbanco, circa 2,178 milioni di euro, per un totale di oltre 5 milioni di euro di maggior costi, tutti a carico della tariffa che i Comuni dovranno corrispondere all’ATO 1 di Cosenza. Su una cosa concordiamo, che occorre effettuare controlli puntuali. Sui nostri conti le verifiche sono costanti ed i costi sotto controllo, forse risulterebbe utile approfondire proprio quelli del Consorzio.”

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