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Morra: “Parole su Santelli? Posso ricucire”. FdI lo attacca: “messaggio grave, si scusi”

Nicola Morra 8

“Un rappresentante delle istituzioni deve promuovere la cultura dell’inclusione dei più fragili, non chiedere agli ammalati di farsi da parte, o peggio alla comunità di emarginarli”, replica il centrodestra che si scaglia contro il senatore pentastellato

 

COSENZA – Non si arresta la bufera politica scatenata dopo le dichiarazioni del senatore pentastellato Nicola Morra sull’ex presidente della Regione Calabria Jole Santelli e sul voto dei calabresi. Morra cerca di giustificarsi, parlando di strumentalizzazioni mediatiche. “Se sono qui è perchè da parte mia c’è voglia di ricucire. Rimango però perplesso, la tv ha un enorme potere deformante, questa trasmissione lo dimostra, sono venuto per porre fine a un problema, ad una partita, per far parlare un rappresentante del parlamento che potrebbe anche aver sbagliato. Se poi al contrario dobbiamo tornare al processo a Nicola Morra non ci sto e posso andarmene”. Così replica il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra in un’intervista su Rai 3.

“Io ho fatto capire anche in Aula e il centrodestra mi ha ascoltato con parole forse infelici per tanti, e di cui eventualmente mi posso scusare se hanno avvertito la sofferenza, che un popolo deve assumersi la responsabilità delle scelte che fa. Nel momento in cui in Calabria le cose non vanno bene bisogna richiamare tutti ad assumersi le loro responsabilità, io non sono mai stato tenero neppure col governo”, ha aggiunto.

“Sono diventato un prodotto televisivo in questi giorni – ha aggiunto Morra – e un certo mondo politico voleva la mia testa“. “La stessa Santelli – ha detto Morra in un altro passaggio – ha rilasciato lei stessa interviste in cui ha affrontato la questione della malattia: tutti ne erano a conoscenza. Ho lamentato l’atteggiamento degli elettori che forse con superficialità hanno votato in modo poco responsabile”. Il presidente dell’Antimafia ha sostenuto che probabilmente ciò che si stava per affrontare nella sede della trasmissione Titolo V “avrebbe rappresentato un esplosivo tale da destare la preoccupazione di tanti, forse per questo si è levato un fuoco di fila impressionante contro di me: si sarebbe parlato di sanità, ‘ndrangheta, soldi”.

“Sono entrato in studio, sono stato microfonato e in quel momento mi è stato detto che non potevo intervenire ma volevo ragionare di questioni che riguardano miliardi di euro, i buchi della sanità calabrese sono inimmaginabili. Se cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra sono già in grado di immettere 500 miliardi di euro sul mercato, forse bisognerebbe approfondire di piu’ quei temi”, ha concluso Morra

Fdi: “il senatore Morra non comprende la gravità del suo messaggio”

I parlamentari di Fratelli d’Italia si scagliano contro il senatore Nicola in Commissione antimafia dichiarando che “non può farcela” “a scusarsi per le parole indegne su Jole Santelli e sui calabresi che l’hanno votata. Se anche solo tenta di chiarire le sue parole, emerge chiara la sua profonda convinzione che un malato di tumore non possa partecipare attivamente alla vita politica”. E’ quanto affermano il capogruppo Antonio Iannone, Wanda Ferro e Luca Ciriani.

“Il presidente Morra – continuano i parlamentari di Fdi – persevera nei suoi ragionamenti aberranti, parlando di voto condizionato e di irresponsabilità dei calabresi che hanno scelto di eleggere presidente Jole Santelli nonostante la sua malattia. E’ inaccettabile. Non si comprende su quali presupposti Morra pensi di poter ricucire con le opposizioni, mentre conferma la sua assoluta inadeguatezza a ricoprire un ruolo istituzionale tanto importante e delicato. Non comprende, il senatore Morra, la gravità del suo messaggio, che colpisce nel profondo gli ammalati che fanno grandi sforzi per restare attivi nella vita sociale e nel mondo del lavoro, e soprattutto non comprende che la malattia oncologica viene ancora considerata da molti come uno stigma e che un rappresentante delle istituzioni deve promuovere la cultura dell’inclusione dei più fragili, non chiedere agli ammalati di farsi da parte, o peggio alla comunità di emarginarli”.

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