COSENZA – La solidarietà gioca a tressette. Il gioco del tressette era quello preferito da Franco Loise, il giovane professionista cosentino, vittima sei anni fa di uno spaventoso incidente stradale a Roma, e deceduto dopo una settimana di coma, in un letto del reparto di Rianimazione
dell’Umberto I. Proprio per mantenere vivo il ricordo di Franco (impossibile dimenticarlo, ndr), e la sua passione per quel gioco della carte tipico, come si direbbe a Cosenza, delle “cantine”, l’associazione Franco Loise Onlus, una delle realtà di volontariato più attive sul territorio, nata per volontà di Giuliana, Giampiero, Alessia e Valeria Loise, rispettivamente madre, padre e sorelle del giovane 28enne, hanno, come per tradizione, organizzato il torneo, giunto alla sua sesta edizione. La location dell’evento che, puntualmente fa registrare straordinarie presenze di partecipanti, sarà il “Cantiere31”, locale di via del Tembien. L‘appuntamento è in programma per domenica 16 dicembre, con inizio alle 16. Il ricavato della manifestazione, di grande richiamo, non solo per gli appassionati delle carte ma per chi vuole coniugare, in memoria di Franco, divertimento e solidarietà, come lui stesso ha insegnato nella sua vita, verrà devoluto al centro sanitario dell’Università della Calabria. I premi messi in palio per il torneo sono stati offerti dall’orafo Spadafora di San Giovanni in Fiore. Per partecipare o per informazioni i numeri da comporre sono lo 098476850 oppure il 3293243766. Partecipate numerosi, calando gli assi della solidarietà.
IL CENTRO – La struttura, dislocata su due piani, al cui interno trova posto anche il personale medico, infermieristico e paramedico del 118 di Cosenza, è una delle realtà sanitarie all’avanguardia che offre assistenza medica alla vasta popolazione della cittadella universitaria. Direttore del centro è Sebastiano Andò. Aiutare, anche con poco, il centro equivale non solo far vincere la solidarietà ma a garantire una sempre più efficiente offerta medica.
L’ASSOCIAZIONE – Sin dalla sua costituzione, l’associazione ha inteso raccogliere “l’eredità” del bene lasciato da Franco. Una dimostrazione grande di bene che Franco ha voluto lasciare anche prima di volare in cielo, scegliendo di donare i suoi organi. Il 28enne un ragazzo meraviglioso, socievole, affettuoso, premuroso, ben voluto da tutti, non perdeva occasione per stare vicino a chi aveva bisogno. Chiunque aveva bisogno di lui, trovava in Franco un appoggio, un aiuto, un sostegno. Franco aveva una capacità, straordinaria, quella di farti passare il malumore e la malinconia con una battuta, con quel suo modo di essere allegro, spensierato, gioviale. In nome di Franco, l’associazione a lui dedicata ha sempre scelto di stare al fianco degli altri, dei più piccoli, dei più sfortunati, di chi ha bisogno di una carezza, un sorriso o di una pacca sulla spalla, proprio come amava fare Franco.
