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Cesa indagato per concorso esterno “fiducia nei giudici”. A pranzo nel 2017 con gli arrestati

Lorenzo Cesa

Secondo l’accusa della DDA l’imprenditore Antonio Gallo, al centro dell’inchiesta, si rivolse all’allora europarlamentare dell’UDC per ottenere, con modalità illecite, appalti per la fornitura di prodotti antinfortunistici. Incontro che avvenne in un ristorante romano. Cesa” piena fiducia nella magistratura, io estraneo”

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CATANZARO – “Sono sempre stato rispettoso della magistratura e lo sono anche ora: non credo a tempi sospetti”. Così Lorenzo Cesa, da poche ore ex segretario dell’Udc, conversando con un cronista dell’ANSA, esclude che il suo coinvolgimento nell’inchiesta della DDA di Catanzaro, possa essere letta come una ‘mina’ sulle interlocuzioni sulla crisi. “Il centrodestra è unito. Detto questo sono una persona seria e lo sono anche oggi: non mi occupo più di vicende politiche. E’ un momento difficile. L’unica cosa che devo fare – conclude – è prendere le carte e lasciare il mio ufficio nella sede dell’UDC. La sede calabrese si schiera a favore di Cesa “confido, insieme a tutto il partito dell’Udc Calabria, nell’attività della Magistratura che certamente chiarirà ogni aspetto della vicenda giudiziaria che vede coinvolto anche il segretario nazionale Lorenzo Cesa: sono certo dimostrerà la sua totale estraneità ai fatti. Sono turbato e mi auguro, altresì, che il segretario regionale del partito Franco Talarico possa provare di essere estraneo alle accuse che gli sono state addebitate” afferma in una nota Giuseppe Graziano, vicesegretario vicario regionale Udc Calabria.

Un pranzo con gli indagati per suggellare il patto

Ma come è finito Cesa nell’inchiesta Basso profilo della DDA? Per i magistrati è indagato per concorso esterno in associazione. Tutto ruoterebbe attorno ad un pranzo avvenuto nel 2017 e la frequentazione con l’imprenditore Antonio Gallo e con Tommaso e Saverio Brutto, tutti e tre indagati. Pranzo al quale partecipò proprio l’allora europarlamentare Udc Lorenzo Cesa in un ristorante romano per suggellare il patto. A volerlo l‘imprenditore Antonio Gallo, attorno a cui ruota l’inchiesta della Dda di Catanzaro, grazie al contributo di Franco Talarico, all’epoca segretario regionale dell’Udc calabrese. Gallo, secondo l’accusa, si rivolge a Cesa per ottenere, con modalità illecite, appalti per la fornitura di prodotti antinfortunistici erogati dalla sua impresa e banditi da enti pubblici economici e società in house. L’incontro, come documentato dagli investigatori, avviene in un ristorante di Roma il 7 luglio 2017 e vi partecipano, Cesa, Gallo, Talarico, Tommaso Brutto e Saverio Brutto. “L’auspicio dei soggetti calabresi – scrivono i pm nelle carte dell0inchista – era quella di potere approfittare della carica di Parlamentare europeo di Cesa per avere entrature in enti pubblici, per appalti, oltre che per gli investimenti in Albania e comunque nell’est Europa”. “Addirittura – scrivono ancora i magistrati – ma questo non è stato riscontrato, Brutto Saverio e Talarico Francesco intendevano remunerare Lorenzo Cesa con una percentuale del 5% sugli affari che grazie ai suoi uffici sarebbero stati agevolati.

Gallo voleva creare un monopolio per vincere gare truccate

Gratteri ha spiegato che Antonio Gallo “è un imprenditore molto eclettico, che lavorava su più piani e riusciva  a muoversi con grande disinvoltura quando aveva di fronte lo ‘ndranghetista doc, o il politico o l’imprenditore. Si muoveva su più piani, perché aveva bisogno di più piani, per creare una sorta di monopolio o almeno oligopolio su un territorio per avere la possibilità di vincere gare truccate per la fornitura di prodotti per la sicurezza sui luoghi di lavoro o attività di pulizia, anche a livelli nazionale. Ecco qui – ha aggiunto il procuratore della Dda di Catanzaro – l’aggancio con la politica. Questa sua voglia di ingrandirsi porta Gallo ad arrivare fino a Reggio Calabria e a rivolgersi a rappresentanti della famiglia di ‘ndrangheta dei De Stefano-Tegano per organizzare la campagna elettorale di Franco Talarico nelle Politiche del 2018, e lo porta a salire a Roma per cercare di ottenere degli appalti di levatura nazionale e attraverso Talarico organizza un incontro con Cesa, un pranzo, datato estate 2017″.   Cesa, quindi, “è indagato per una frequentazione con l’imprenditore Gallo e con Tommaso e Saverio Brutto (padre e figlio, rispettivamente ex consigliere comunale di Catanzaro e assessore al Comune di Simeri Crichi, ndr) relativamente a una richiesta di Gallo, che cercava di aggiudicarsi degli appalti. Quel pranzo – ha rimarcato Gratteri – non potevamo documentarlo perché all’epoca – siamo nell’estate 2017 – Cesa era parlamentare, ma sentendo poi Gallo da un’intercettazione ambientale emerge sostanzialmente che Gallo avrebbe dovuto pagare il 5% di provvigione”. Gratteri ha comunque specificato che per Cesa non è stata avanzata alcuna richiesta di misura cautelare.

 

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