L’attività di contrasto al caporalato ha portato alla denuncia, da parte dei carabinieri, dei titolari di tre aziende agricole. Elevate sanzioni per oltre 10mila euro
GIOIA TAURO (RC) – A San Ferdinando e Laureana di Borrello, i carabinieri insieme alle unità specializzate del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Reggio Calabria, hanno segnalato all’Autorità Giudiziaria, tre titolari di aziende agricole e contestato sanzioni amministrative per un totale di 11.500 euro. A seguito di un controllo ispettivo in un’azienda agricola dell’area montana, i militari hanno riscontrato violazioni, da parte di due braccianti extracomunitari, che lavoravano senza regolare contratto, in violazione al Testo Unico sull’immigrazione. Contestata, in questo caso, al datore di lavoro, una sanzione ammontante a 4.300 euro.
A Rosarno invece, nel corso di altri due accessi ispettivi nelle aziende agricole, i militari hanno identificato in un caso 10 braccianti agricoli di origine africana, uno dei quali, è risultato assunto senza regolare contratto, e 4 nell’altro, uno dei quali, anche in questo caso con posizione irregolare: contestate ai titolari delle aziende, in entrambi i casi, una sanzione amministrativa di 3.600 euro.
Nell’ultimo semestre sono stati circa 30 i controlli nelle aziende agricole della piana di Gioia Tauro eseguiti al fine di arginare il fenomeno sempre più radicato del caporalato, e sono state contestate sanzioni per circa 200.000 euro. Duecento i lavoratori identificati, molti dei quali risultati “in nero”, altri in difetto per varie irregolarità, assoggettati dalle regole imposte dai loro datori di lavoro, imprenditori locali, il cui unico intento si è sempre mostrato lo stesso: ottenere manodopera a basso costo, a discapito dei loro dipendenti, costretti a lavorare in condizioni assolutamente precarie.
