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Scuola, rientro in chiaroscuro. Azzolina “dove riaperto contagi stabili”. Unsic “non è così”

Scuola Azzolina

Pendolari decisi a chiedere Did prevista in ordinanza Spirlì, per il problema trasporti. E tra la paura di chi ha preferito rimanere in DAD e chi invece ha scelto di tornare in aula, la Ministra parla di contagi stabili dove la scuola ha riaperto. Ma l’Unsic, il sindacato datoriale che monitora la situazione epidemiologica delle scuole italiane replica “non è così, i numeri dicono altro”

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COSENZA – Tutti di nuovo in aula da oggi anche in Calabria con la riapertura degli istituti superiori, anche se con percentuali differenti tra province e comuni della regione, tra chi ha optato per continuare in DAD per la paura dei contagi, e chi invece ha deciso di tornare in classe dopo mesi di chiusure. Alla gioia dei ragazzi di tornare a vedere di persona i compagni e gli amici, fa da contraltare, infatti, la preoccupazione di diversi genitori ma anche quella dei pendolari – e non sono pochi – per il problema dei trasporti. E’ questo quello che si coglie dalle parole degli studenti delle superiori che dopo mesi sono tornati a frequentare le classi. “Siamo contenti di tornare – dice Alessandro – dopo mesi ci rivediamo di persona e ci fa molto piacere. La dad è stata sicuramente utile, ma la scuola in presenza è tutta un’altra cosa”. “Il problema – aggiunge Giuseppe – è quello dei trasporti. Per quelli di noi che vengono dalla periferia i bus ci sono ma per chi viene dai paesi della Provincia è un problema“. Ce ne sono pochi e quelli che ci sono sono sempre pieni. Oggi sono qua ma chiederò di fare la didattica integrata a distanza”. Opzione, quest’ultima, prevista nell’ordinanza emanata sabato sera dal presidente ff della Regione Nino Spirlì che offre ai genitori di scegliere se far fare lezione in classe ai ragazzi o proseguire con la didattica a distanza.

La Azzolina “dove si è riaperto contagi stabili”

Chi esulta per il ritorno in classe degli studenti è la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, che si è sempre battuta per il rientro in presenza “in queste ore si è completato il rientro a scuola dei ragazzi delle superiori. Il primo ciclo, lo sapete, è sempre rimasto aperto, circa 5 milioni di studentesse e studenti non hanno mai lasciato le loro aule. Le scuole superiori hanno invece ripreso la didattica in presenza, gradualmente. E in queste settimane, dove si è aperto per primi, i contagi sono rimasti stabili” ha evidenziato la titolare del dicastero. “È un elemento che conforta – ha detto – ma l’attenzione deve rimanere molto molto alta. La scuola va protetta anche fuori dalle aule. E questa è una responsabilità di tutti. Ricordiamocelo sempre. Ricevo molti messaggi degli studenti e delle loro famiglie: tutti consapevoli del fatto che bisogna mantenere grande prudenza, ma anche tutti ansiosi e felici di questo rientro in classe. A scuola le regole di sicurezza si rispettano, bisogna fare lo stesso anche fuori, in tutti gli spazi e le attività della giornata”, conclude la ministra nel suo messaggio nel primo giorno di rientro di tutte le classi in tutta Italia a scuola (tranne in Sicilia dove le superiori torneranno l’8 febbraio)”.

Unsic “la ministra parla di contagi stabili, ma non è così”

A bocciare nettamente le parole della ministra è l’Unsic, il sindacato datoriale che da settembre monitora la situazione epidemiologica delle scuole italiane “la ministra Azzolina attesta oggi che dove la scuola è riaperta, i contagi sono stabili. In realtà dai numeri del ministero della Sanità, da noi rielaborati, emerge tutt’altro: mentre il trend medio italiano è in calo, i contagi crescono proprio dove le scuole sono state riaperte“.

“In Toscana, ad esempio,  – fa sapere l’Unsic – si è passati dai 2.901 contagi complessivi della settimana 11-17 gennaio, quella della riapertura, ai 3.597 di quella 25-31 gennaio appena conclusa, con un numero abbastanza analogo di tamponi – continua l’Unsic. in provincia di Grosseto i casi sono più che quadruplicati (da 33 a 136), incrementi rilevanti anche a Massa (da 151 a 259 settimanali), Pistoia (da 187 a 292), Prato (da 213 a 307), Lucca (da 254 a 304), Arezzo (da 314 a 351) e Firenze (da 779 a 988). Leggera la crescita a Livorno (da 348 a 375), stabile Pisa (da 287 a 290) mentre Siena va controcorrente (da 337 a 295). In Abruzzo, sempre dalla riapertura (11 gennaio) ad oggi, si è passati da 1.572 a 1.957 contagi. L’incremento maggiore nelle province di Pescara (da 468 a 693) e Chieti (da 487 a 633), poi Teramo (da 323 a 379) mentre L’Aquila scende da 255 a 223. Tutto ciò mentre in Italia il numero dei contagi è in calo. Situazione particolarmente difficile in Molise dove, due settimane dopo l’apertura, molti istituti stanno chiudendo per i casi nelle classi. A Termoli, secondo centro della regione, il sindaco Francesco Roberti ha disposto la sospensione della didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado dal 1 al 10 febbraio per i claster individuati dall’Asrem, l’azienda sanitaria regionale, in ben cinque istituti. A Larino, per lo stesso motivo, il sindaco Pino Puchetti ha chiuso le scuole di ogni ordine e grado fino al 14 febbraio poiché “sul territorio comunale vi sono attualmente alcuni casi di alunni e docenti positivi al Covid-19”, come si legge nell’ordinanza. Scuole chiuse anche a Frosolone, Mirabello, Palata, Sant’Elia a Pianisi, così come a Campomarino, che è zona rossa. Nel Lazio è fuorviante elaborare i dati, in quanto molti studenti delle scuole superiori non sono rientrati a scuola per le numerose mobilitazioni”, conclude il sindacato.

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