CATANZARO – Per il Pubblico Ministero, Veronica Calcagno, quindici persone devono essere rinviate a giudizio perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di maltrattamenti, lesioni personali colpose, sequestro di persona fino alla falsità ideologica per i presunti altrimenti avvenuti all’interno della RSA San Francesco Hospital di Settingiano tra a il 2016 e 2018. Due posizioni dono state stralciate per difetti formali. Le indagini, che portarono nel 2019 all’emissione di 7 misure cautelari, partirono dalle denunce presentate da familiari di persone ricoverate nella struttura. Le attività investigative, delegate dalla Procura di Catanzaro alla Guardia di finanza, furono state condotte anche con l’ausilio di intercettazioni ambientali audio-video e con di perizie tecnico-specialistiche di professionisti del settore sanitario. Nel corso delle indagini, secondo l’accusa, è emerso che nella residenza sanitaria alcuni ospiti erano sottoposti a gravi e ripetuti maltrattamenti fisici e psicologici: percosse, atti di violenza, derisioni, molestie gratuite e minacce.
Riscontrati anche maltrattamenti e vessazioni fisiche nei momenti di sonno degli anziani costretti a trascorrere intere giornate in un corridoio, adibito a sala comune al piano seminterrato della struttura, seduti sulle loro carrozzine, ovvero sulle sedie, ove si addormentavano anche in posizione innaturale, con il capo reclinato sulla spalla o sul tavolo, l’uno accanto all’altro, e dove erano, comunque, costretti a rimanere immobili e non disturbare l’operatore di turno preposto alla loro sorveglianza.
Per gli indagati anche l’aggravante di aver agito approfittando delle circostanze tali da ostacolare la privata difesa ed abusando delle relazioni di ospitalità correlate alla natura della struttura ed all’affidamento ad essa degli anziani da parte dei familiari.
Dispetti e cattiveria
“C’è una mosca, la posso ammazzare?” e volano gli schiaffi in faccia
Si “divertivano” a schiaffeggiarli, a prenderli in giro, a deriderli, consapevoli che non potevano difendersi. Dalle intercettazioni, emergono alcuni episodi vergognosi: dopo uno schiaffo alla nuca al paziente, quest’ultimo risponde “E basta…”. E poi gli schiaffi sulla risposta rispetto alla squadra di calcio preferita: parte un ceffone, l’operatore chiedeva ad un anziano “sei milanista o juventino eh? (altro schiaffo)”, e il degente risponde “juventino”. “C’è una mosca la posso ammazzare?” chiedeva un operatore ad un anziano, schernendolo e parte un ceffone in pieno volto. E poi ancora “ce n’è un’altra, la posso ammazzare?” e via con il secondo schiaffo in faccia: “uccisa”.
