COSENZA – La Calabria con molta probabilità dovrà attendere ancora un’altra settimana per sperare di ritornare in zona gialla. Migliorano leggermente i dati dell’ultima settimana a livello di incidenza, con l’indice Rt sceso a 0.75 (range 0.69-0.81) così come il rischio che scende da alto a moderato con uno scenario di tipo 1; ma servono due settimane di dati in miglioramento per cambiare fascia e passare a una con meno restrizioni. Non mancano inoltre alcune criticità visto che resta alta la valutazione dell’impatto e con un’allerta segnalata di resilienza nelle strutture sanitarie. Chi invece potrebbe cambiare colore alla Sardegna che lascia il rosso per tornare in fascia arancione, alla Valle d’Aosta che invece dall’arancione passa al rosso, alla Puglia che probabilmente va in giallo e alla Campania, peggiorata nell’ultima settimana, che dal giallo potrebbe tornare arancione. In rosso quindi da lunedì potrebbe trovarsi la sola Val d’Aosta, in arancione le confermate Calabria, Sicilia e Basilicata cui si aggiungono Sardegna e Campania. Tutte le altre in giallo. Ma, come sempre, sarà l’ordinanza del Ministro Speranza ha decretare i nuovi cambi da lunedì. È quanto emerge dai nuovi dati della cabina di regi dell’ISS e Ministero della Salute. ‘L’indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici In Italia è stato pari a 0,85 (range 0,80- 0,91), in lieve aumento rispetto alla settimana precedente, però sotto l’uno anche nel limite superiore.
In Calabria scende l’RT. Sopra 1 in tre regioni
Tre Regioni (contro le quattro della settimana precedente) hanno un Rt puntuale maggiore di uno: Basilicata (1.02), Campania (1.08), Sicilia (1.05) mentre il Molise ha un valore pari a 1. Tra queste, due Regioni (Campania e Sicilia) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2, mentre tutte le altre di tipo 1. Ecco tutti i valori di questa settimana: Basilicata: 1.02, Calabria: 0.75, Campania: 1.08, Emilia-Romagna: 0.81, Friuli Venezia Giulia: 0.71, Lazio: 0.85, Liguria: 0.83, Lombardia: 0.84, Marche: 0.81, Molise: 1, Piemonte: 0.78, PA Bolzano: 0.99, PA Trento: 0.84, Puglia: 0.92, Sardegna: 0.81, Sicilia: 1.05, Toscana: 0.92, Umbria: 0.89, Valle d’Aosta: 0.82, Veneto: 0.86.
Nessuna regione a rischio alto
Nel periodo 7-20 aprile 2021, si osserva un miglioramento generale del rischio, con nessuna Regione a rischio alto, mentre 11 Regioni “hanno una classificazione di rischio moderato (di cui nessuna ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane): Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Bolzano, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto. Dieci Regioni che hanno una classificazione di rischio basso (una ad alto rischio di progressione a rischio moderato): Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Molise, Trento, Sardegna, Umbria e Valle d’Aosta.
Scende l’incidenza
Questa settimana si osserva ancora una diminuzione della incidenza settimanale, scesa a 146,3 per 100.000 abitanti contro 157,4 per 100.000 abitanti della settimana precedente. Tuttavia, “sebbene la campagna vaccinale progredisca significativamente, complessivamente, l’incidenza resta elevata e ancora ben lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il contenimento dei nuovi casi” si legge nella bozza del report settimanale di monitoraggio ministero della Salute-Iss. È in lenta diminuzione ma ancora molto elevata per consentire sull’intero territorio nazionale una gestione basata sul contenimento ovvero sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti. Di conseguenza, è necessario continuare a ridurre il numero di casi anche attraverso le misure di mitigazione volte a ridurre la possibilità di aggregazione interpersonale“. Peraltro, avvertono i tecnici, “la ormai prevalente circolazione in Italia di una variante virale caratterizzata da una trasmissibilità notevolmente maggiore richiede di continuare a mantenere particolare cautela e gradualità nella gestione dell’epidemia”. Per questo “è fondamentale che la popolazione continui a rispettare tutte le misure raccomandate di protezione individuale e distanziamento in tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo per ridurre il rischio di contagio”.
In 8 regioni intensive sopra la soglia
Scende, ma rimane alto, il numero di Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (8 Regioni/Pa vs 12 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è uguale alla soglia critica (30%), con una diminuzione nel numero di persone ricoverate in terapia intensiva, che passa da 3.151 del 20 aprile a 2.748 del 27 aprile. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale – si legge nella bozza – scende ulteriormente ed è sotto la soglia critica (32%). Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 23.255 del 20 aprile a 20.312 del 27 aprile. “Si conferma la lenta discesa dei nuovi casi e del numero di pazienti ricoverati, ma il quadro complessivo resta ancora ad un livello molto impegnativo“.
Aumenta il tracciamento
“Si osserva una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (27.561 vs 29.892 la settimana precedente)” si legge nell’ultimo monitoraggio sull’andamento dell’epidemia da Covid-19 dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute. “La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in aumento (38,3% vs 37,9% la scorsa settimana).-È invece stabile il numero di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (38,7% vs 38,4%). Infine, il 23% è stato diagnosticato attraverso attività di screening”.
