DIAMANTE (CS) – Indignazione, sgomento e rabbia. Il video delle telecamere di sicurezza che riprendono gli ultimi terribili momenti in cui la cabina della funivia del Mottarone, dopo la rottura del cavo, precipita in una folle corse per poi urtare contro un pilone, staccarsi e precipitare al suolo, è stato mandato in onda dal TG3 e poi da alcune testate, scatenando polemiche e diverse reazioni per un video ritenuto inopportuno. “Le immagini relative agli ultimi istanti degli occupanti la funivia precipitata sul Mottarone sono drammatiche e l’uso che ne è stato già fatto da tanti media è semplicemente raccapricciante e osceno. Dove si ferma il diritto di cronaca e dove comincia il rispetto della vita, della morte e del dolore?” chiedono da più parti diversi esponenti politici.
La Procura di Verbania “indiscriminata divulgazione”
La procura di Verbania ha parlato di immagini di assoluta “inopportunità” perchè si trattava di un file video depositato unicamente come atto di indagine “le immagini dell’incidente della funivia del Mottarone contenute in un file video, risultavano depositate, unitamente a tutti gli atti di indagine, all’atto della richiesta di convalida del fermo e di applicazione di misura cautelare, con diritto degli indagati e dei rispettivi difensori di prenderne visione ed estrarne copia” spiega il procuratore Olimpia Bossi, sottolineando “la assoluta inopportunità della pubblicazione di tali riprese“. “Portare a conoscenza degli indagati e dei loro difensori gli atti del procedimento a loro carico nelle fasi processuali in cui ciò è previsto, non significa, per ciò stesso, autorizzare ed avallare l’indiscriminata divulgazione del loro contenuto agli organi di informazione, soprattutto, come in questo caso, in cui si tratti di immagini dal fortissimo impatto emotivo, oltretutto mai portate a conoscenza neppure dei familiari delle vittime, la cui sofferenza, come è di intuitiva comprensione, non può e non deve essere ulteriormente acuita da iniziative come questa”, conclude.
Magorno “il diritto di cronaca non può entrare nel dolore”
Più duro il commento del sindaco di Diamante Ernesto Magorno, paese di residenza della 27enne Serena Cosentino, morta insieme al fidanzato ed ad altre 12 persone “il diritto di cronaca non può entrare nel dolore delle persone. La diffusione delle immagini della tragedia del Mottarone rappresenta una vergogna. Dico stop a questa continua ricerca della notizia che non ha ragione di esistere di fronte a un dramma simile. Chi ha trasmesso le immagini di quei drammatici momenti deve chiedere scusa. Presenterò un’interrogazione parlamentare su quanto successo che tutto è tranne che giornalismo”.
