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REPORT 2019-2020 – La qualità dell’aria nell’area urbana di Cosenza-Rende

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COSENZA – L’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL) ha diffuso questa mattina il report sulla qualità dell’aria nell’area urbana di Cosenza – Rende per il biennio 2019 – 2020. Dopo la prima edizione, che su base pluriennale 2015-2018 esaminava l’area urbana omogenea, più ampia dei confini comunali istituzionali, il report – realizzato dal Dipartimento provinciale di Cosenza attraverso il suo Servizio Tematico Aria, diretto dalla dr.ssa Claudia Tuoto – è stato pubblicato oggi sul sito istituzionale dell’Agenzia ambientale calabrese e trasmesso ufficialmente anche alle due amministrazioni comunali interessate.

Il monitoraggio ha permesso di disporre di valori orari e giornalieri, misurati in continuo di svariati paramentri
inquinanti:
● Monossido di carbonio CO;
● Ossidi di azoto NOx;
● Ozono O3;
● Anidride solforosa SO2;
● Benzene, Toluene, Xileni;
● PM10 e PM2,5.

Il monitoraggio ha anche analizzato le precipitazioni atmosferiche con una media mensile, temperature, direzione e velocità del vento e sono state condotte, inoltre, analisi relative alla caratterizzazione chimica del particolato PM10 determinando i seguenti composti:
● Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), in particolare il Benzo(a)Pirene (B(a)P);
● Metalli (Piombo, Cadmio, Nichel, Arsenio).

I dati e gli effetti del lockdown

Sulla base dei dati raccolti da due centraline poste nell’area urbana, una “da traffico” in comune di Rende (Via Don Minzoni, installata dal 2014) ed una “da fondo urbano” nella Città dei Ragazzi di Cosenza (installata nel 2009 ), i tecnici Arpacal hanno elaborato un quadro di valutazione dei diversi inquinanti monitorati, con una riflessione sugli effetti determinati anche dal lockdown per il Covid. Considerando il lockdown una circostanza straordinariamente eccezionale in grado di fornire informazioni uniche e irripetibili da un punto di vista ambientale, nel corso dell’anno 2020 è stato seguito con interesse l’andamento dei livelli di qualità dell’aria in concomitanza all’emergenza COVID-19 confrontandoli con quelli degli anni precedenti. Lo studio è finalizzato a fare una valutazione dell’incidenza del lockdown sulla qualità dell’aria ovvero, a stabilire un’eventuale correlazione tra le misure di limitazione introdotte e i valori di concentrazione registrati.

In particolare sono stati analizzati i dati del PM10 (il numero massimo di superamenti è fissato a 35 ed il limite espresso come media annuale è stato abbondantemente rispettato) e del Biossido di azoto (NO2), per valutare la variazione della loro concentrazione a seguito del rispetto delle misure restrittive che hanno comportato una diminuzione della mobilità. Sono stati confrontati i dati registrati nel primo quadrimestre del 2020 con quelli registrati nello stesso periodo del triennio 2017-2019 e mostrati i relativi andamenti utilizzando come indicatore la media mensile e la media giornaliera.

Scende la concertazione di NO2, meno il Pm10

“I dati registrati mostrano – conclude il Report – una generale riduzione della concentrazione di NO2. nel periodo interessato dal lockdown e una diminuzione meno marcata per il PM10. Una possibile spiegazione di questo andamento va ricercata nel fatto che PM10 e NO2 hanno origine e caratteristiche differenti infatti, mentre per il biossido di azoto la fonte prevalente e il traffico veicolare per il PM10 la sorgente primaria e da attribuire al riscaldamento e questa fonte di emissione, durante il periodo di contenimento, non e stata mai interrotta anzi con la maggiore permanenza delle persone nelle abitazioni le emissioni provenienti dal riscaldamento domestico potrebbero essere anche aumentate rispetto agli anni precedenti”. Inoltre, l’andamento dei valori relativi alla stazione di Rende del biossido di azoto, da traffico, mostra concentrazioni tendenzialmente
superiori rispetto ai valori della stazione di fondo, di Città dei Ragazzi. In entrambi i siti si evidenziano
diminuzioni della concentrazione durante i mesi estivi.la stazione di Rende ha registrato valori di PM10 leggermente più alti rispetto a quelli registrati dalla stazione di fondo di Città dei Ragazzi per il maggiore contributo del traffico veicolare.

LEGGI IL REPORT 2019-2020

 

 

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