COSENZA – Non usa mezzi termini il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri parlando della riforma Cartabia sulla giustizia, dopo l’accordo raggiunto fra i vari partiti in Consiglio dei ministri, definendola “una tagliola devastante. La peggiore riforma della giustizia da quando io sono in magistratura dal 1986. Serve solo a buttare al macero i processi in appello, per cui la faranno franca migliaia di imputati già condannati in primo grado”. Parole che pesano come un macigno quelle dette dal magistrato alla trasmissione ‘In Onda’ su La7 che ha paralto di “una riforma che ricorda da vicino il famoso processo breve di Berlusconi”. Anzi – spiega Gratteri – “nemmeno Berlusconi metteva così pesantemente le mani sulla giustizia”.
“Tranne Fratelli d’Italia sono tutti d’accordo – ha detto Gratteri – i Cinque stelle sono riusciti ad ottenere che non ci sia la ghigliottina per i reati di mafia e associativi (fino a sei anni in appello, per i processi per delitti con aggravante mafiosa, nella fase transitoria di entrata in vigore della nuova prescrizione, fino al 2024), ma ci siamo dimenticati tutti i reati che riguardano la pubblica amministrazione , come il peculato, la concussione e la corruzione, ma anche il riciclaggio e i reati come la bancarotta commessi da imprenditori spregiudicati. Non si è pensato alle parti offese, non si è pensato quello che succederà per i disastri come l’esplosione del treno a Livorno, il crollo del ponte di Genova, la caduta della funivia, chi risarcirà le parti offese? Questi processi non si farà in tempo a celebrarli in due anni in appello. Lo stanno dicendo tutti i procuratori generali in Italia, il 50 per cento dei processi sarà improcedibile”. E poi le depenalizzazioni: “La guida in stato di ubriachezza deve essere risolta in via amministrativa, deve essere risolta in prefettura, non deve arrivare in procura. Così si deflaziona. Le sanzioni che prevedono un’ammenda devono uscire dal penale”.
Per Gratteri bisognerebbe innanzitutto “mettere mano alla geografia giudiziaria. Ci sono quattro corti d’appello in Sicilia, bisognerebbe accorpare gli uffici che non funzionano a regime. Ci sono procure con un procuratore e due sostituti, tribunali in cui è difficile comporre il collegio. Poi si possono fare rientrare in servizio i magistrati fuori ruolo, ci sono 200 magistrati nei ministeri, perché non farli tornare a scrivere sentenze e a fare indagini anziché a decidere se comprare uno studio in truciolato da 1200 euro”.
“Da un anno e mezzo – spiega ancora non si fanno concorsi in magistratura. Nel 2021 avremo meno magistrati rispetto all’anno scorso perché non si riuscirà a coprire quelli che vanno in pensione. La ministra Cartabia fino all’anno scorso ha fatto il professore universitario e probabilmente non è mai stata in un’aula di tribunale. I problemi all’interno degli uffici giudiziari sono un’altra cosa. Questa è la peggiore riforma di sempre. I magistrati d’appello saranno contenti di questa riforma perché diminuirà il loro lavoro. Basterà scrivere ‘improcedibile’ su un processo e il lavoro sarà finito. Così finiranno al macero il 50% dei processi in appello e la faranno franca migliaia di imputati già condannati in primo grado”.