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‘Ndrangheta, sanità e politica: “Firma tutto Corea… firma tutto e futtatindi”

Paris e inchiesta

EGGIO CALABRIA – “Un collaudato sistema di corruttela” che ha visto insieme ‘ndrangheta, sanità e politica che agivano “Inter Nos“. Sono 17 le misure cautelari emesse dal Gip, Karin Catalano, su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Gerardo Dominijanni e dei pm Walter Ignazitto, Giulia Scavello e Marika Mastrapasqua nell’ambito dell’indagine che ha portato alla luce “uno spaccato desolante“.

Un esempio è la posizione del consigliere regionale Nicola Paris, eletto con l’Udc e poi passato al Gruppo misto, arrestato per corruzione. In carcere sono finite altre 8 persone tra cui il direttore del settore della struttura complessa Gestione Risorse Economico Finanziarie dell’Asp, Giuseppe Corea che per gli inquirenti, era quello che consentiva alle imprese vicine ai clan Serraino e Iamonte e alle cosche della Locride di accaparrarsi gli appalti.

Paris invece é accusato di avere “tentato di intervenire – é scritto nell’ordinanza di custodia cautelare – presso il Governatore facente funzioni della Regione Calabria, Antonino Spirlì, al fine di sollecitare il rinnovo contrattuale” di Giuseppe Corea. Ed il dirigente ritenuto colluso dalla Procura è stato confermato lo stesso lo scorso maggio.

“Firma tutto Corea….Firma tutto e futtatindi”. Sono le frasi intercettate dalla Guardia di finanza durante un pranzo al quale ha partecipato anche Paris. “Viva Corea per…noi” invece, è stato il brindisi del consigliere regionale che rafforza “senza ombra di dubbio la consapevolezza nell’indagato in ordine alla sussistenza del rapporto corruttivo in essere con la Helios”, l’associazione temporanea di imprese che è riuscita per anni ad avere rapporti con l’Asp in assenza di qualsiasi procedura di evidenza pubblica.  Gli indagati sono in tutto 24: tra questi, in stato di libertà, con l’accusa di turbativa d’asta, ci sono anche l’ex direttore generale dell’Asp Rosanna Squillacioti e l’ex commissario Francesco Sarica.

Le pulizie ma anche i dispositivi di protezione individuale

L’indagine, condotta dallo Scico e dal Gico della Guardia di finanza, ha riguardato pure i servizi di sanificazione e disinfestazione delle strutture ospedaliere, che sarebbero avvenuti in maniera irregolare. In piena pandemia, inoltre, gli arrestati si sarebbero appropriati indebitamente dei dispositivi di protezione individuale anti-Covid 19, sottraendoli finanche al personale sanitario impegnato in prima linea sull’emergenza. “Siamo intervenuti – ha detto ancora il procuratore Bombardieri – per fare capire che lo Stato e le istituzioni ci sono”. “Il commissariamento dell’Asp – è stato il commento del procuratore aggiunto Dominijanni – non serve a nulla. È inutile commissariare se poi rimangono gli stessi soggetti a gestire le gare”.

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