COSENZA – In 7 regioni cresce l’occupazione di posti letto nei reparti ospedalieri di ‘area non critica’ da parte di malati Covid, ovvero Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia. Proprio quest’ultima, arriva così a quota 14%, un punto sotto la soglia del 15%, indicata come uno dei parametri per il cambio di colore delle regioni. Segue la Calabria che si trova all’11% dei ricoveri in area medica mentre resta a 2% la soglia nelle intensive e l’incidenza è oramai superiore ai 50 casi. In base ai nuovi parametri, una regione passa in zona gialla se l’incidenza dei casi di infezione settimanali per 100.000 abitanti è compresa tra 50 e 150 ogni 100mila abitanti e se, contemporaneamente, il tasso di occupazione delle terapie intensive supera il 10%, come accade attualmente in Sardegna, oppure se l’occupazione dei reparti ospedalieri supera il 15%.
Incidenza settimanale dei casi che vede 3 regioni superare quota 100, ovvero Sardegna, Sicilia, e ben 11 che sono tra 50 e 100 compresa la Calabria. Così come aumenta il tasso di occupazione delle terapie intensive Covid in 4 regioni, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e, soprattutto nel Lazio che arriva al 7%, mentre resta stabile un punto oltre la soglia d’allerta del 10% la Sardegna. Questo il quadro degli aumenti che si registrano nelle regioni, in base al monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), che confronta i dati del 9 agosto con quelli del giorno prima.
Di qui l’attenzione al monitoraggio costante di questi valori indice dell’andamento dell’epidemia e che in questi giorni crescono soprattutto al centro-Sud. Il tasso di occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid-19 nei reparti di malattie infettive, medicina interna e pneumologia da parte di pazienti Covid resta al 5%, a livello nazionale. Oltre alla Sicilia come detto i numeri più elevati si vedono in Calabria (11%), seguita da Basilicata, Campania, Lazio e Sardegna al 7%. Questa, nel dettaglio la situazione aggiornata al 9 agosto con la variazione rispetto al giorno prima: Abruzzo (+1, arriva a 4%), Basilicata (+1%, arriva al 7%), Calabria (+1% arriva all’11%), Campania (+1%, arriva al 7%),), Emilia Romagna (+1%, arriva al 5%), Friuli Venezia Giulia (2%), Lazio (+1% arriva a 7%%), Liguria (3%), Lombardia (4%), Marche (5%), Molise (+1%, arriva al 2%), Bolzano (2%), Trento (3%), Piemonte (2%), Puglia (+1%, arriva al 3%), Sardegna (7%), Sicilia (13%), Toscana (5%), Umbria (4%), Valle d’Aosta (4%) e Veneto (-2, torna al 2%).
Per quanto riguarda il tasso di occupazione di terapie intensive da parte di pazienti Covid, dopo settimane di stabilità, i dati vedono una crescita dell’1% a livello nazionale, arrivando al 4%. E’ stabile la Sardegna all’11%, oltre la soglia del 10%, uno dei nuovi parametri per il cambio di colore. Questo, nel dettaglio, il tasso di occupazione nelle singole regioni: Abruzzo (1%), Basilicata (1%), Calabria (2%), Campania (3%), Emilia Romagna (+1%, arriva al 4%), Friuli Venezia Giulia (1%), Lazio (+1%, arriva al 7%), Liguria (7%), Lombardia (+1%, arriva al 3%), Marche (3%), Molise (3%), PA di Bolzano (2%), PA di Trento (-1%, raggiunge quota 0%), Piemonte (1%), Puglia (3%), Sardegna (11%, oltre soglia del 10%), Sicilia (7%), Toscana (+1, raggiunge quota 5%%), Umbria (1%), Valle d’Aosta (0%) e Veneto (2%). E’, invece, di 68,91 a livello nazionale, il numero di contagi settimanali da Sars-Cov-2 per 100.000 abitanti, relativi alla settimana 2-8 agosto, in crescita rispetto ai 63,65 registrati dal 26 luglio al primo agosto. Questa, nel dettaglio, la situazione dell’incidenza nelle regioni: Abruzzo (47,61), Basilicata (56,76), Calabria (57,12), Campania (56,48), Emilia Romagna (93,01), Friuli Venezia Giulia (51,65), Lazio (64,70), Liguria (58,10), Lombardia (45,55), Marche ( 78,47), Molise (19,20), PA di Bolzano (29,85), PA di Trento (35,39), Piemonte (32,59), Puglia (39,64), Sardegna (142,03), Sicilia (104,55), Toscana (119,73), Umbria (94,81), Valle d’Aosta (65,58) e Veneto (94,75).
Il 90% dei pazienti in rianimazione non è vaccinato
“I responsabili delle terapie intensive ci dicono che quasi tutti i loro pazienti affetti da Covid – il 90 per cento – non sono vaccinati, e ciò conferma che il vaccino è l’arma più efficace a nostra disposizione per contrastare la pandemia e i suoi effetti peggiori”. Così Giovanni Migliore, presidente della Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere (Fiaso) ha commentato la diffusione crescente di dati relativi alla ripresa dei contagi e dei ricoveri per Covid-19. “Le Aziende sanitarie pubbliche – ha proseguito Migliore – sono impegnate in questi giorni a vaccinare le fasce di popolazione ancora non immunizzate, ricorrendo alle iniziative più varie per raggiungere gli italiani anche nei luoghi nei quali trascorrono le vacanze. Il lavoro intenso del management della sanità italiana ad agosto ci metterà al riparo – spiega Migliore – grazie a soluzioni organizzative e gestionali innovative, da scenari peggiori nel prossimo autunno. L’allarme lanciato da più parti sulla ripresa dei ricoveri, alcuni gravi, tanto da richiedere il ricorso alla rianimazione, conferma la necessità di non abbassare la guardia e di proseguire con determinazione nella campagna di vaccinazione“, conclude il presidente Fiaso.
