COSENZA – La Calabria è in ginocchio, nella morsa degli incendi, dei rifiuti e anche dell’emergenza idrica. In piena campagna elettorale fioccano le nota stampa, tra cui quella di Luigi De Magistris, candidato alla Regione Calabria che sottolinea come “Con il Pnrr garantiremo alla Calabria acqua pubblica, fuori dalle logiche privatistiche”. Arriva immediata la replica del commissario Sorical, l’ente che gestisce il servizio idrico in Calabria “continua a rilanciare un vecchio cliché”.
De Magistris “renderemo l’acqua pubblica”
“La gestione dell’acqua e di tutti i servizi idrici deve essere pubblica. Tutto il sud Italia e la Calabria in particolare sono da sempre penalizzate per l’accesso a questa risorsa primaria, che manca, spesso durante molte ore diurne sia nelle città che nelle aree interne – dichiara in una nota Luigi De Magistris. – In molti centri rurali che sto visitando, gli abitanti lamentano che i rubinetti sono a secco, per tre giorni di seguito. Per questo il Pnrr deve essere usato come una risorsa, per rompere le leggi del profitto sui beni comuni e fare sì che a gestire l’acqua sia il pubblico, come abbiamo fatto a Napoli, dando piena attuazione al referendum del 2011. In Calabria la rete idrica è un colabrodo, ci sono territori in cui i cittadini hanno paura di bere, perché l’acqua che arriva nelle loro case è maleodorante, mentre i Comuni sono costretti a pagare tariffe maggiorate arbitrariamente dall’ente gestore”.
“La So.Ri.Cal., società mista a partecipazione privata della multinazionale Veolia, che gestisce l’acqua in Calabria, – incalza De Magistris – rappresenta la cartina tornasole del fallimento della gestione privatistica delle risorse idriche. Negare l’accesso alle risorse del Pnrr a chi non vuole piegarsi alla logica di una gestione affaristica dell’acqua è inaccettabile. Da presidente della Regione il mio impegno sarà quello di rendere pubblica la gestione di questo bene comune, dando esempio di buon governo, proprio come ho fatto con successo a Napoli”.
Sorical replica “da De Magistris farneticazioni”
“Al candidato Luigi De Magistris non sono chiari i motivi della carenza idrica che si sta registrando in molte case dei calabresi in queste settimane – replica piccato il commissario Sorical Cataldo Calabretta. – Continua a farneticare su cose che non conosce, proponendo il modello gestionale fallimentare dell’acqua del Comune di Napoli; Continua a rilanciare il vecchio cliché oramai ammuffito della battaglia referendaria sull’acqua pubblica, ma è in colpevole ritardo”.
“Ricordo a De Magistris che la pubblicizzazione delle settore idrico in Calabria è in dirittura di arrivo grazie a questa giunta regionale dopo anni di traccheggiamento. E’ una decisione politica forte presa sia dalla Regione e dall’Autorità Idrica Calabrese che rappresenta i Comuni”.
“Riguardo alla Sorical, sottolineo che oggi è l’unico soggetto industriale che opera in Calabria con competenze specifiche, in questi giorni sta operando in piena emergenza a causa sia della grave siccità che ha colpito gran parte della territorio regionale sia per le alte dispersioni sulle reti di distribuzione comunali, oramai vetuste. In questo contesto difficile la Sorical continua ad assicurare tutta l’acqua in questo momento disponibile ai 385 Comuni ed Enti, attraverso i circa 1000 serbatoi di consegna, in testa alla reti idriche comunali. De Magistris dovrebbe sapere – incalza Calabretta – che sono i Comuni e non Sorical a gestire le reti idriche, fognarie e gli oltre 650 depuratori, attraverso una gestione in economia e quindi pubblica, ma in violazione delle leggi regionali, nazionali e comunitari con i risultati che stiamo vendendo in questi giorni. Forse non è noto a De Magistris che ben 25 anni fa i Comuni calabresi avrebbero dovuto affidare il servizio idrico integrato a 5 gestori industriali, uno per ogni provincia, e questa mancata attuazione della legge è il risultato di quello che lui oggi dice di riscontrare in giro per la Calabria. Infine De Magistris la smettesse di raccontare la barzelletta consunta delle tariffe della Sorical. Le tariffe dal 2011 sono state sempre ritenute legittime sia dai tribunali che dalle autorità nazionali”, conclude Calabretta.
