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Sedici anni dal delitto Fortugno, vedova: “onorarlo è un dovere per dare speranza ai giovani”

16 anni commemorazione fortugno

LOCRI (RC) – Sono trascorsi ben 16 anni ma per Maria Grazia Laganà Fortugno “è un dolore che non passa”. Oggi a Locri la cerimonia di commemorazione del marito, Francesco Fortugno, nel sedicesimo anniversario dell’omicidio dell’allora vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, ucciso a Locri nel seggio allestito per le Primarie dell’Ulivo. “Onorare la memoria di Franco è un dovere soprattutto per alimentare la speranza di un futuro migliore per i giovani calabresi, a cui mio marito guardava con particolare attenzione, e che in questi anni sono stati al centro di un percorso di promozione della cultura della legalità”.

“Per il secondo anno consecutivo – ha aggiunto la vedova di Fortugno – abbiamo ritenuto giusto evitare iniziative che potessero causare assembramenti, ma simbolicamente ci siamo ritrovati per un momento di raccoglimento e riflessione su un tema, come quello della lotta alla criminalità organizzata, che non può registrare sottovalutazioni o battute d’arresto”.

“Lo Stato continua a essere vicino – ha detto il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani – alla famiglia Fortugno, ma anche al territorio della Locride facendo al meglio il proprio dovere. In questi anni sono stati fatti passi avanti nell’azione di contrasto alla criminalità, ma occorre anche investire nella crescita complessiva del territorio. Viviamo un momento particolare in seguito alla pandemia, ma lo Stato continuerà ad investire molto nell’azione di contrasto alle mafie, lavorando contemporaneamente sullo sviluppo delle comunità locali. Ricordare Francesco Fortugno significa onorare tutte le vittime della mafia e ribadire l’impegno per il contrasto al crimine”.

“Il sacrificio di Francesco Fortugno non é stato vano e tutti noi dobbiamo sentire come nostro quel tragico momento, che é stato un atto di violenza compiuto contro un’intera comunità”. Lo ha detto il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, nell’omelia nel corso della Messa celebrata in suffragio dell’esponente politico ucciso il 16 ottobre del 2005 all’epoca in cui rivestiva la carica di vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. “Franco ha pagato con la vita – ha aggiunto mons. Oliva – il suo impegno a favore della legalità in un delicato ambito come quello della sanità. Un impegno che resta attuale ancora oggi, in una fase storica segnata dall’emergenza pandemica, sul terreno della tutela diritti dei cittadini, in particolare dei più fragili. Franco, da medico, è stato sempre vicino all’ammalato, ma conosceva i tanti interessi che gravitano intorno alla sanità, interessi che portano alla deriva tale settore compromettendo i diritti del malato. La sua morte non è stata vana anche in ragione del riscatto civile che ha attraversato il nostro popolo, con in testa i giovani, nella consapevolezza che mediante la violenza, la demagogia, il perseguimento degli egoistici interessi non si realizza mai il bene comune. E la sua memoria oggi merita di essere vissuta attraverso una forte e autentica professione di fede e mediante una quotidianità fatta di impegno per il prossimo, di legalità e di rispetto delle regole”.

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