ROMA – La difficile partita contro Omicron riguarda anche il comparto scuola. Il dilagare del contagio rende un rebus il ritorno tra i banchi dopo le festività. Per molti il rientro nelle aule il 10 gennaio potrebbe diventare un miraggio. L’aumento esponenziale dei numeri ripropone il tema della didattica a distanza sulla quale il Governo si è sempre posto in una posizione di netta contrarietà. Per il ministro Bianchi è vietato tornare indietro: la scuola in presenza è la “chiave di volta” della squadra guidata da Mario Draghi.
Al momento, quindi, la situazione sembra “cristallizzata” all’evitare una fuga in avanti. Nei giorni scorsi il ministro non aveva escluso micro-chiusure in casi “straordinari” e con “focolai isolati”. Le Regioni qualche giorno fa sono tornate a chiedere la cancellazione della quarantena per i vaccinati anche in ambito scolastico. Una scelta fatta proprio per favorire il più possibile la didattica in presenza anche nei casi in cui si registrassero delle positività nelle classi. Tema di discussione è la possibilità di eliminare la quarantena per i ragazzi che hanno ricevuto due dosi di vaccino da meno di quattro mesi che vengano a contatto con una persona poi risultata positiva al Covid, se asintomatici.
E’ proprio il potenziamento nell’attività di screening l’arma messa in campo, assieme ad una distribuzione massiva di mascherina Ffp2, con il decreto legge approvato il 23 dicembre. In questo ambito sono stati stanziati 9 milioni per il tracciamento e i laboratori militari, più altri 14,5 milioni per il personale della sanità militare e 5 milioni per l’acquisto di mascherine per il personale delle scuole dell’infanzia, a contatto con i bambini fino a 6 anni, esonerati dall’uso e con chi è a contatto con studenti più grandi che non la portano per particolari fragilità. I dirigenti scolastici dovranno indicare i quantitativi necessari entro il prossimo 4 gennaio in modo che la distribuzione possa essere organizzata in tempo per il rientro.
