COSENZA – “Il problema non è il concorso ma la metodologia affidata a un principio meramente nozionistico. In questo modo selezioniamo solo cultori della materia ma non docenti”. Lo ha detto all’ANSA il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, commentando l’alta percentuale di bocciature nel concorso per aspiranti insegnanti di medie e superiori. “Non è detto che chi sappia tutto di una materia sia poi un buon docente, sappia cioè motivare, stimolare e incuriosire i ragazzi – ha sottolineato -. A cosa servono le domande con le crocette? I concorsi non possono funzionare per le dimensioni del sistema. L’unico modo è affidarli alle scuole. Dovremmo far selezionare alle stesse scuole il docente che deve insegnare lì. Come dico sempre non è la stessa cosa insegnare latino ai Parioli o in una borgata romana. In Germania e Finlandia già si fa”.
Senatore Mario Pittoni “fallimento dei test a crocetta”
“Il fallimento dei test ‘a crocetta’ per selezionare i docenti, in alcuni casi con oltre il 90 per cento di bocciati, era prevedibile. È vero che fanno risparmiare soldi e tempo all’Amministrazione, ma sul risultato gioca un ruolo preponderante la fortuna. Non a caso la nostra proposta di riforma del reclutamento degli insegnanti già consegnata al ministro, li esclude”. Lo afferma il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama.
“La fase transitoria di tale proposta – sottolinea – prevede un piano riservato ai docenti precari di lungo corso, categoria per categoria, normandone il percorso formativo per l’abilitazione e l’eventuale specializzazione sul sostegno, con accesso finale al ruolo. Il concorso ordinario, con procedura semplificata per garantire cadenza regolare e ravvicinata nel tempo, presta invece particolare attenzione a conoscenze disciplinari e capacità comunicativa e relazionale. Nessuna prova preselettiva e nessun test a risposta chiusa, cioè niente selezione a crocetta. Del docente vanno valutate attitudine, capacità e maturità. Di conseguenza la prova scritta consiste in un insieme di quesiti/tracce che richiedono l’elaborazione di un breve saggio strutturato. Condizione per l’ammissione è il titolo di studio congiunto all’abilitazione all’insegnamento, che si consegue con un percorso formativo accademico di 60 CFU. Il concorso prevede una prova scritta a carattere disciplinare con sviluppo, come detto, di alcune tematiche e una orale consistente nella simulazione di un’unità didattica. In parallelo al sistema concorsuale ordinario viene istituita una procedura d’assunzione in ruolo utilizzando le graduatorie dei supplenti. La formazione inizia con la stipula del primo contratto a tempo determinato e si conclude con i 36 mesi di servizio. La conclusione dell’attività formativa di servizio comporterà il diritto all’acquisizione dell’abilitazione all’insegnamento previa frequenza e superamento di un corso accademico, e il diritto di partecipare a una procedura concorsuale abbreviata consistente nell’espletamento di una prova orale (simulazione di una lezione) e – conclude Pittoni – nella valutazione dei titoli”.
Bianchi “concorso prof inadeguato, ereditato dal passato”
“E’ un concorso che noi abbiamo ereditato dal passato, con una modalità di organizzazione anche delle prove che si è dimostrata non adeguata”. Con queste parole il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha replicato oggi alle polemiche nate in seguito all’altissima percentuale di bocciati – in alcuni casi anche del 90% – nelle prove dedicate agli aspiranti insegnanti delle scuole medie e superiori. “Questo era l’ultimo passaggio di una storia precedente, che ha dimostrato tutti i limiti, non c’è nessun dubbio”, – ha detto Bianchi annunciando l’intenzione del governo di “andare verso concorsi annuali”.
M5S “Test inadeguati? dichiarazioni inconcepibili”
Dichiarazioni definite “inconcepibili” dal Movimento 5 stelle che ricorda al titolare dell’Istruzione di aver firmato lui stesso la nuova modalità di selezione dei prof. La stessa ex ministra, Lucia Azzolina, si dice “stupita”. “Sono parole molto avventate – aggiunge -. Spero si tratti di una svista, altrimenti vuol dire che il ministro firma atti a sua insaputa“. A scatenare le polemiche è stato il concorso per docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado al quale stanno partecipando oltre 500 mila candidati e che ha avuto un elevatissimo numero di bocciati. Un caso di cui si sono fatte carico anche le associazioni dei consumatori che hanno già annunciato maxi-ricorsi al Tar.
“Se anche il ministro Bianchi oggi riconosce l’inopportunità dei cosiddetti ‘quiz a crocette’ per valutare la preparazione e la professionalità dei docenti – spiega il M5s – ascolti la nostra richiesta e modifichi i criteri dei concorsi introducendo, così come fatto per il concorso ordinario bandito dal governo Conte II, prove scritte a risposta aperta”. Critiche da Fratelli d’Italia che parla di “metodo fallimentare”, mentre la Lega, per bocca del senatore Mario Pittoni, rilancia la proposta di riforma del concorso del Carroccio che “esclude i test a crocetta”.
Vaticano “docenti per retta dottrina e probità di vita”
Intanto a far discutere sono anche le “istruzioni” del Vaticano per le assunzioni di insegnanti e altro personale nelle scuole cattoliche. Secondo le indicazioni della Santa Sede, che considera questi ruoli un “munus e ufficio ecclesiale”, bisogna tenere conto dell’ “identità” peculiare di questi istituti e gli addetti che non la rispettano possono essere licenziati. I docenti – spiega il Vaticano – devono distinguersi “per retta dottrina e per probità di vita”. “I docenti e il personale amministrativo che appartengono ad altre Chiese, comunità ecclesiali o religioni, nonché quelli che non professano alcun credo religioso, dal momento dell’assunzione hanno l’obbligo di riconoscere e di rispettare il carattere cattolico della scuola”.
