COSENZA – Sono oltre mezzo milione gli italiani che hanno bisogno di cure palliative e milioni sono in una condizione che richiederebbe terapie del dolore ma, a ventidue anni dall’approvazione della legge 38 ‘Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore’, restano ancora forti le differenze tra le Regioni e per molti pazienti la ricerca di centri e percorsi specifici di assistenza diventa “una Odissea”. Lo ha affermato il presidente della Fondazione nazionale Gigi Ghirotti onlus, Vincenzo Morgante, alla presentazione al ministero della Salute della XXI Giornata Nazionale del Sollievo, organizzata dalla Fondazione, che si celebra il 29 maggio. “Alcuni passi decisivi in avanti sono stati compiuti per la diffusione delle cure palliative, ma siamo ancora indietro nell’implementazione delle reti della terapia del dolore sul territorio. Per questo – ha affermato Morgante – chiediamo la creazione di unità cliniche ambulatoriali della terapia del dolore, l’avvio di campagne di sensibilizzazione sul dolore cronico e corsi di formazione e aggiornamento sul dolore cronico rivolti ai medici”.
Una delle maggiori criticità è però proprio rappresentata dalle differenze territoriali: “Al Centro-sud questi servizi mancano e ciò significa che per tanti malati, soprattutto oncologici, la ricerca di terapie del dolore e assistenza ad hoc si trasforma in una ‘Odissea’ e alla fine – ha sottolineato – molti sono costretti a rivolgersi a strutture private“. La situazione però sta cambiando anche perchè, ha affermato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, “oggi c’è una maggiore disponibilità economica e più fondi, grazie al Pnrr e all’innalzamento del Fondo sanitario nazionale”.
Sileri “recuperemo quello che non è stato fatto prima”
La legge 38, ha sottolineato Sileri, “è molto innovativa ma negli anni scorsi ci sono state difficoltà applicative. Ora c’è un giro di boa e la strada è in discesa rispetto a prima e anche l’interlocuzione con le Regioni è maggiore”. Ciò anche perchè, ha spiegato, “in questi tre anni di pandemia è cambiato l’atteggiamento verso la sanità e si è capito che il processo di cura è un percorso e non è semplicemente far quadrare i conti e la pandemia ci ha insegnato a pensare diversamente. Oggi inoltre c’è maggiore disponibilità economica grazie al Pnrr ma soprattutto grazie all’innalzamento del Fondo sanitario nazionale che è arrivato a 124 mld. Dunque, recupereremo quello che non è stato fato prima”. Il gap tra le Regioni è stato evidenziato anche dal presidente della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) Antonino Giarratano: “Sono 545mila gli italiani che hanno bisogno di cure palliative. La rete della terapia dovrebbe diventare mandatoria per le Regioni e non essere lasciata alle decisioni dei singoli territori”.
