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Da oggi è possibile avere il doppio cognome, ma serve una legge

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ROMA – Da oggi la sentenza della Consulta sarà in Gazzetta ufficialeufficiale ma per mettere in pratica anche l’ordine inverso o tenere solo il cognome della mamma bisognerà prima aspettare l’entrata in vigore di una circolare ministeriale e di una legge che modifichi il codice civile. Gli effetti della sentenza investiranno tutti i nuovi nati ai quali non è stato ancora attribuito il cognome. Nel frattempo è già possibile cambiare il proprio cognome o assegnare anche quello della madre, finora però solo come secondo a quello del padre.

Attualmente al momento della nascita il doppio cognome si può registrare all’ufficio di stato civile oppure in ospedale dopo il parto con il consenso di entrambi i genitori, ma al momento l’ordine è prestabilito: quello del padre precede sempre quello della madre.

Per poter mettere in pratica anche l’ordine inverso o tenere solo il cognome della mamma bisognerà prima aspettare l’entrata in vigore di una circolare ministeriale e di una legge che modifichi il codice civile fornendo nuove regole agli uffici dello stato civile, riorganizzando l’anagrafe. In assenza di questo, se si dovesse scegliere il primato del cognome della mamma su quello del papà, tutto al momento resta demandato ai tribunali e alle decisioni dei giudici. Le norme fissate da un nuovo provvedimento sarebbero comunque retroattive e potrebbe beneficiarne anche chi è maggiorenne.

Come aggiungere il cognome materno se si è maggiorenni

Se si è maggiorenni e si vuole cambiare o modificare il proprio cognome, bisogna fare istanza al Prefetto del luogo di residenza, presentando necessariamente una motivazione. La richiesta potrà essere accolta o respinta. L’accoglimento della richiesta riguarda spesso un cognome che può mettere a disagio o addirittura in pericolo la persona e c’è anche chi aggiunge il cognome materno a quello paterno.

«Ora tocca al Parlamento, andiamo avanti» è la sollecitazione che arriva subito dalla ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. Sono diverse le proposte presentate al Senato e alla Camera. E sono soprattutto le parlamentari del Pd a spingere perchè ora si acceleri sulla legge. Quell’automatismo «si traduce nell’invisibilità della madre» ed è il segno di una diseguaglianza fra i genitori, che «si riverbera e si imprime sull’identità del figlio». Il cognome «collega l’individuo alla formazione sociale che lo accoglie » e «si radica nella sua identità familiare», perciò deve «rispecchiare e rispettare l’eguaglianza e la pari dignità dei genitori». Lo stesso, eventuale, accordo fra i genitori per attribuire un solo cognome presuppone una regola che ripristini la parità, poiché senza eguaglianza, spiegano i giudici, mancano le condizioni per un autentico accordo.

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