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La “Casa del Sole” anzi degli orrori, dalla morte di un ospite al focolaio Covid

carabinieri nas casa anziani reggio

REGGIO CALABRIA – Una “straordinaria crudeltà manifestata nei confronti delle vittime”. Sono le parole del gip di Reggio Calabria che ha firmato l’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari per le due titolari della “Casa del Sole”, in via Bruno Buozzi, in pieno centro a Reggio ovvero Giovanna Scarfò e Cecilia Prestipino, e dei tre dipendenti della struttura, Margherita Battaglia, Emanuele Maria Candido e Florentina Lencautan. Tutti sono accusati di maltrattamenti e privazioni inflitte a 15 anziani ospiti, non autosufficienti. Uno di questi, si sarebbe aggravato fino al decesso, nonostante il ricovero in ospedale.

Oltre agli arrestati altri sette soggetti sono stati denunciati in stato di libertà per esercizio abusivo della professione sanitaria, sostituzione di persona e falsità ideologica. Quest’ultima accusa riguarda una geometra che avrebbe attestato falsamente la presenza, nello stabile di quattro distinte casa-famiglia che rispettavano i requisiti minimi strutturali.

Gli anziani, secondo l’accusa, sarebbero stati tenuti senza riscaldamento e acqua calda, in ambienti privi di abbattimento architettonico ed gli sarebbero stati somministrati arbitrariamente medicinali senza consulto medico.  Inoltre venivano nutriti con scarse quantità di cibo, anche scaduto o mal conservato, che avrebbe cagionato loro deperimento e malnutrizione.

Anziani abbandonati e chiusi nelle stanze dove espletavano i propri bisogni su sé stessi e sul letto provocando casi di scabbia. Per renderli “meglio gestibili” sarebbero stati somministrati psicofarmaci. Per questo agli indagati, è stato contestato pure il reato di esercizio abusivo della professione sanitaria. Tra le accuse mosse dai pm c’è pure quella di epidemia colposa. Sarebbe emerso che le titolari la cuoca e un’altra dipendente avrebbero agevolato il propagarsi di un focolaio Covid, cercando in tutti i modi di nascondere i contagi agli altri dipendenti, ai familiari delle vittime, alla Prefettura ed all’Asp. Secondo la Procura, gli ospiti sarebbero stati gestiti da personale inidoneo e privo dei requisiti medici specialistici, infermieristici e socio assistenziali richiesti. Di notte c’era un solo operatore.

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