COSENZA – “Da molti anni si parla di unificazione tra Cosenza e Rende, atteso che tra le due città non vi è soluzione di continuità e sono unite dal ponte sul Campagnano. Tuttavia il progetto di città unica ha sofferto l’avversità sia di coloro che non avevano interesse politico alla costituzione di un grande capoluogo di provincia, sia da parte di chi non credeva nella possibilità di arrivare ad una fusione tra i due centri”. E’ quanto dichiara Fabrizio Falvo, già consigliere comunale di Cosenza, presidente dell’associazione Cosenza Futura: “Il referendum che ha consentito la unificazione di Corigliano-Rossano ha fatto comprendere che il progetto invece può e deve essere perseguito e portato a compimento. I motivi sono molteplici e sono nell’interesse dei cittadini”.
“Innanzitutto la città unica diverrebbe una delle più grandi realtà urbane del Mezzogiorno d’Italia con oltre 100mila abitanti, un’unica amministrazione presieduta da un sindaco. Questo comporterebbe – prosegue Falvo – che non vi sarebbero più interessi contrapposti e divisioni nei servizi, nelle infrastrutture, nei trasporti, nell’edilizia, nella raccolta rifiuti, nelle tariffe dei tributi ecc…”.
“Intorno alla grande città si realizzerebbe naturalmente una grande area metropolitana capace di accorpare la Presila e le Serre (con Castrolibero) e finalmente l’area del Savuto fino a Montalto Uffugo. Questo grande progetto vedrebbe la realizzazione dei progetti dello svincolo autostradale a sud collegato con la silana-crotonese e della metro leggera che, al momento, sembrano essere abortiti. La città unica dovrebbe attuare il proponimento della centralità dell’UNICAL ,quale principale polo culturale calabrese,vera storica vocazione del nostro territorio. Una città con due stupendi centri storici da valorizzare, tutelare e fare conoscere; sui quali fare veicolare ulteriori finanziamenti. Il sogno della grande città metropolitana può essere realizzato ora che i tempi sono maturi – conclude Falvo – ove le due amministrazioni di Cosenza e di Rende, nelle persone dei sindaci, si riuniscano e decidano di avviare l’iter, chiedendo ai cittadini il loro consenso. Noi ci crediamo”.
