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La città dopo un anno, Cosenza vista dagli occhi di un migrante

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Cosenza che cambia. Sempre più palazzi, sempre più giovani, sempre più locali notturni. Finanche un grattacielo.

Di anno in anno la città, per chi non la vive quotidianamente, pare rinnovare il proprio aspetto. E non in peggio. Anzi, il panorama, per chi torna, è di un’area urbana dinamica pronta ad evolversi, innovarsi ed espandersi. Apparentemente sempre più curata e in continua crescita, Cosenza nonostante i continui restyling offre purtroppo spaccati sociali raccapriccianti. Disoccupazione cronica, retribuzioni che non vengono erogate da mesi, tredicesime fantasma, aziende alla gogna e saracinesche abbassate. Ma tutto scorre. Sì meno luminarie lasciano supporre bilanci in odor di austerità, ma la gente in strada e le numerose iniziative lanciate per rivitalizzare il centro città non deludono gli avventori. Sembrano ormai lontani i tempi di una città abbandonata all’incuria, che vegeta nell’immondizia con le cooperative sociali che battono cassa. Eppure si tratta di storia recente. Recente, ma superata. Non delude neanche il panorama culturale con incontri stimolanti (vedi Kusturica), mostre di pregio e rappresentazioni teatrali che fanno del Rendano un centro d’eccellenza. Spesso ci si lamenta, ma dagli occhi romantici dell’emigrato la città non è poi così degradata come i cosentini amano descriverla. Certo tutto è perfettibile, ma a volte accontentarsi, nella città dei Bruzi, non sarebbe un dramma. Sempre che, a fine mese, il bonifico venga accreditato sul conto corrente.

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