REGGIO CALABRIA – Si è dimesso stamattina il sindaco di Scilla Pasqualino Ciccone che è indagato per scambio di voto politico-mafioso. Le dimissioni sono state presentate in blocco da tutti i componenti della giunta comunale a una ventina di giorni dall’operazione “Nuova Linea” contro la cosca Nasone-Gaietti di Scilla. L’8 settembre scorso, infatti, i carabinieri hanno perquisito l’abitazione e l’ufficio del sindaco accusato di essere stato sostenuto dalla ‘ndrangheta nelle elezioni del 2020, quando è stato eletto per la seconda volta con il 97,84% dei voti.
Lo stesso giorno era stato arrestato il consigliere comunale Girolamo “Gigi” Paladino per scambio di voto politico-mafioso. Intanto, l’inchiesta “Nuova Linea” si allarga.
È indagato, infine, anche l’ex sindaco Gaetano Ciccone, avvocato e fratello del primo cittadino di Scilla. A lui la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria contesta il reato di traffico di influenze aggravato dal favoreggiamento alla ‘ndrangheta. Stando a quanto trapela ci sarebbero alcune intercettazioni che, secondo i pm, dimostrerebbero che l’ex sindaco avrebbe fatto da tramite fa il boss Giuseppe Fulco e il fratello Pasqualino.
Pasquale Ciccone “Lascio con la morte nel cuore”
“Oggi, 28 settembre, è il giorno finale di una grande esperienza amministrativa. Rassegniamo le dimissioni da amministratori del nostro comune”. Così scrive dalla sua pagina Facebook Pasqualino Ciccone, da oggi ex sindaco di Scilla. “Da domani torniamo ad essere cittadini comuni nella consapevolezza di aver interrotto un percorso importante per la nostra città, ma non per nostra volontà. Tutto è dovuto agli eventi di questa settimana, dall’invio della commissione d’accesso antimafia all’operazione di polizia. Riteniamo che tutto ciò porti di fatto ad una scelta obbligata, che è quella delle dimissioni”.
Ciccone dichiara di aver sempre svolto il proprio lavoro “con cuore e passione e sono sicuro di avere sempre, in ogni occasione, difeso gli interessi della ollettività e di non aver mai ceduto a nessuna pressione, di qualsiasi tipo. In ogni caso abbiamo ridato dignità ad un Paese. Abbiamo avuto un consenso eccezionale per quello che abbiamo saputo fare. La nostra speranza è che chi verrà dopo di noi sappia proseguire in questo progetto; almeno rimanga dentro di me la consapevolezza che sia il lavoro svolto in questi anni che il sacrificio che dovrò affrontare da qui in avanti per difendere la mia persona siano serviti a qualcosa. Lascio con la morte nel cuore questa grande esperienza di amministratore di un Paese bellissimo”.
