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Dottoresse assunte dall’Asp all’Azienda Ospedaliera di Cosenza, assolti medici e dirigenti

Ospedale Civile dellannunziata di Cosenza2 6

COSENZA – Il tribunale di Cosenza, in composizione colleggiale, presieduto dalla presidente Carmen Ciarcia e dei giudici Stefania Antico e Urania Granata, ha assolto i dirigenti dell’Asp di Cosenza Gianfranco Scarpelli, in qualità di direttore generale protempore dell’Azienda Sanitaria di Cosenza, Remigio Magnelli in qualità di direttore U.O.C. gestione risorse umane dell’Asp di Cosenza,Vincenzo Scoti, in qualità di direttore dell’U.O.C. gestione risorse umane dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza difeso dagli avvocati del Foro di Cosenza Francesco Chiaia e Salvatore Alfano. Per lui che ha rinunciato alla prescrizione, il pm aveva chiesto 9 mesi di reclusione. Assolto anche Luigi Palumbo, in qualità di direttore generale protempore dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenzs e Mario Veltri, in qualità di direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Per tutti assoluzione perché il fatto non sussiste.

La vicenda è quella legata all’assunzione nel 2015 di due dottoresse, già in servzio all’Asp di Cosenza, presso l’Azienda Ospedaliera: le dottoresse Maria Gabriella Milito e Giulia Cerenzia. Secondo l’accusa, medici e dirigenti avrebbero favorito le due dottoresse commettendo degli illeciti e traendo in inganno l’allora direttore dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, William Auteri,  “nell’esercizio delle sue funzioni” con due deliberazioni, poi inoltrate al commissario ad acta per il piano di rientro, con le quali veniva richiesta l’assunzione di 4 dirigenti medici di primo livello per l’Unità operativa di Ostretricia e Ginecologia (richiesta assolutamente prioritaria con stabilizzazione personale precario)” di cui due medici in possesso dei requisiti

L’azienda, autorizzata dal commissario ad acta dell’epoca, Massimo Scura, bandì il relativo concorso per procedere al reclutamento del personale senza preventivamente attivare i meccanismi di assunzione previsti dalla legge (immissione al ruolo di vincitori di concorso pubblico, attivazione dei processi di mobilità, scorrimento delle graduatorie e possibilità di attingere a graduatorie di concorso ancora valide), omettendo deliberatamente di indicare che le predette dottoresse erano alle  dipendenze dell’Azienda sanitaria di Cosenza con contratto a tempo indeterminato, tipologia contrattuale ostativa al trasferimento.

Sempre secondo l’accusa, le due dottoresse avrebbero anche tratto un ingiusto vantaggio patrimoniale, consistito nell’assunzione all’interno dell’Azienda ospedaliera di Cosenza. Altra accusa mossa dalla Procura fu quella di aver predisposto una tabella nella quale veniva indicata, al direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, la presenza di due medici in servizio a tempo indeterminato presso l’U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia della stessa A.O. di Cosenza, mentre in realtà per l’accusa presso la predetta U.O.C. non vi era alcun personale precario. Tutte le accuse sono cadute e i medici e i dirigenti sono stati assolti con la formula più ampia. Nel pool difensivo anche gli avvocati Guido Siciliano (per Gianfranco Scarpelli), Nicola Rendace e Giancarlo Tenuta (per Remigio Magnelli), Giovanni Zagarese (per Luigi Palumbo), Antonio Vanadia (per Mario Veltri) . La parte civile era rappresentata dall’avvocaro Pasquale Vaccaro (Norberto La Marca).

 

 

 

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