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Torano Castello, ripensare il modello di governance sull’esempio di Macchiatavola

torano castello panorama

TORANO CASTELLO (CS) – “E’ il momento di cominciare a pensare al futuro. Di ricreare una coscienza politica nella cittadinanza”. Sono le parole dell’avv. Saverio De Bartolo, candidato al consiglio comunale di Torano Castello alle ultime elezioni amministrative nelle fila della lista “Rivoluzioniamo Torano” che ha eletto a primo cittadino del centro della media valle del Crati l’attuale sindaco, Lucio Franco Raimondo. “La consiliatura volge inesorabilmente al termine e si profila all’orizzonte una nuova tornata elettorale che, auspicabilmente, dovrà rappresentare un punto di discontinuità col passato, purtroppo anche recente, della nostra storia amministrativa. In questa prospettiva, infatti, è tragicamente troppo facile constatare, salvo sporadiche isole felici, come i piccoli centri della nostra provincia, stretti fra una situazione nazionale caratterizzata da una profonda crisi economica e un’altra locale, contraddistinta da un costante scadimento qualitativo della politica, sembrino inesorabilmente avviati verso lo spopolamento e il depauperamento delle loro risorse, umane, culturali ed economiche”.

Di fronte a questo scenario, quindi, credo che – prosegue De Bartolo – chi come me risiede in questi piccoli centri, abbia il dovere morale di fare un passo avanti e di fornire, per quello che può, un contributo prima di tutto al dibattito sul nostro futuro e sulle reali possibilità di cambiamento. In questi termini, infatti, non posso non rimarcare una patologica e oramai cronica assenza di confronto politico all’interno del nostro territorio. Manca, in altre parole, un dibattito politico pubblico che, sconfiggendo la sfiducia che affligge i cittadini, riesca a mantenersi costante durante l’intera consiliatura non concentrandosi, come purtroppo accade, esclusivamente durante le poche giornate della campagna elettorale. Quanto questa assenza sia casuale o quanto sia il portato di un ecosistema politico ad essa fuzionale, personalmente ho una mia idea, fatto sta che, complice questa situazione, non può sorprendersi nessuno se la politica toranese, e conseguentemente l’amministrazione comunale, siano da quasi trent’anni a questa parte, ostaggio di un ristretto club di poche persone le quali, alternandosi a volte come amministratori a volte come professionisti/imprenditori, in taluni casi imbarazzanti impersonando contemporaneamente entrambe le figure, rimangono costantemente attaccati al cordone ombelicale del Comune, non riuscendo a rappresentare nulla di politicamente apprezzabile per i cittadini e sopratutto azzerando ogni speranza di ricambio e di rinnovamento”.

“Ogni cittadino toranese risvegli la sua coscienza politica”

“Ecco perché, in vista del prossimo appuntamento elettorale, ritengo assolutamente fondamentale avviare fra noi cittadini una fase di riflessione pubblica e di confronto aperto e obbiettivo sui problemi che da troppo tempo gravano sui Toranesi, sulla nostra storia amministrativa e sui tratti tipici della politica toranese, su alcune sue liturgie e soprattutto su come tutto questo incida poi sulle dinamiche che, conseguenzialmente, caratterizzano il modo di amministrare concretamente il Comune. In questo senso è, a mio avviso, indispensabile che ogni cittadino toranese risvegli la sua coscienza politica da troppo tempo sopita, che si proietti oltre la sua attuale dimensione di semplice elettore in favore di quella, ben più significativa, di titolare di specifici diritti, civili sociali, politici ed economici nei confronti degli amministratori pubblici. In questa prospettiva, non ho mai fatto mistero di ritenere obsoleto e superato dalla realtà, un modo di amministrare incentrato sulla figura del sindaco e comunque sbilanciato sulle “persone” dei consiglieri, assessori etc etc. Tutta la storia politica ed amministrativa di Torano Castello depone per una sostanziale sterilità di un modo di fare politica che abbia al centro esclusivamente questi aspetti! E’, al contrario, maturo il tempo di innalzare il livello qualitativo sia del confronto sia del modo concreto di amministrare la cosa pubblica, abbandonando la vecchia logica personalistica, a tratti messianica, dell’uomo solo che comanda tutti a bacchetta e che, miracolosamente, metterà a posto le cose, passando piuttosto a ragionare di un nuovo “modello di governance” della comunità e del territorio, interrogandoci non tanto su chi amministrerà ma sul tipo di amministrazione che desideriamo e sulle caratteristiche che vorremmo avesse”.

I residenti di Macchiatavola

“La grave crisi idrica, e i suoi risvolti politici, che Torano sta attraversando in questi mesi è emblematica di questa vetusta concezione del potere. Abbiamo tutti – va avanti De Bartolo – ascoltato le comunicazioni in merito del sindaco Raimondo ma, al di là delle giustificazioni tecniche, il dato politico di fondo che promana da questa vicenda è chiaro: c’è voluto un moto di ribellione da parte dei residenti di c.da Macchiatavola per poter finalmente ascoltare la voce del Sindaco su questa situazione!? C’è voluta una denuncia al prefetto nei confronti della persona del Raimondo, fatto questo gravissimo e senza precedenti nella nostra storia, perché il Sindaco si determinasse a uscire dal fortino in cui si è chiuso e a dare, finalmente in prima persona, ai suoi cittadini le spiegazioni che stavamo aspettando da più di due mesi? Al di là del merito di questa denuncia, che non mi compete, come cittadino di Torano ritengo a questo punto di dover ringraziare pubblicamente i residenti di Macchiatavola, perché hanno dato un esempio forte a tutta la cittadinanza. L’esempio di persone che non vogliono più essere trattati come numeri su di un foglio di carta, bensì da titolari di diritti quali sono nella realtà. Il modello di cui parlavo è proprio questo. Quello in cui la cittadinanaza si fa finalmente avanti, partecipa e chiede”.

“Come mai quello che è avvenuto a Macchiatavola non avviene su tutti i fronti politici? Come mai non avviene sulla scuola di Sartano? Unico paese al mondo in cui invece di inaugurare si festeggiano le demolizioni, salvo poi interrompere i lavori a distanza di pochi mesi e senza dare mai spiegazioni chiare che vadano oltre il politichese stretto praticato oramai ad oltranza dal Sindaco! Dove sono i cittadini di Sartano? Perché questo silenzio? Mi rendo perfettamente conto che questo modello di governance che mi piacerebbe vedere implementato a Torano è assai ambizioso e impegnativo perché implica, da una parte, che la cittadinanza faccia un passo avanti in termini di impegno civico, di interlocuzione e critica politica, ma soprattutto perché, dall’altra, comporta un passo indietro e l’abbandono dei riflettori da parte degli amministratori, o di chi ambisce a diventarlo, e quindi la rinuncia ad un ruolo di potere personale e a quei tragicomici atteggiamenti fanatici e padronali che da sempre caratterizzano vecchi e nuovi papaveri della politica toranese”.

“In altri termini – conclude l’avvocato De Bartolo –  manca, a Torano, un fondamentale livello di rappresentanza, ovvero quello che si colloca esattamente a metà strada fra l’elettore e l’amministratore e che faciliterebbe la vita ad entrambi: in primis perché consentirebbe al cittadino di interloquire stabilmente con la propria Amministrazione sui problemi e sulle tematiche comunali senza doversi esporre in prima persona andando in municipio a chiedere udienza al sindaco e al secondo perché avrebbe sempre il polso della vita reale dei cittadini e delle loro esigenze primarie senza incorrere nel rischio dell’alienazione politica, di sentirsi appagati e perennemente nel giusto come è accaduto purtroppo all’Amministrazione guidata da Raimondo. Senza questo livello intermedio, senza questo fondamentale punto di incontro fra Amministrazione e cittadinanza credo sia oggettivamente impossibile aspirare ad un rinnovamento qualitativo ed anche personale della politica cittadina. Con ciò non ho, ovviamente, la pretesa che queste mie riflessioni siano condivise da tutti, mi piacerebbe tuttavia che questi temi riuscissero a fare anche solo da spunto e a penetrare nella coscienza dei Toranesi e che, magari cominciando da esse, si riprendesse a discutere pubblicamente di politica e di futuro, ognuno col suo contributo, senza più astio e risentimento, solo per il bene di Torano e dei Toranesi.”

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