CATANZARO – “Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della delibera Cipess numero 41 si apre una fase decisiva per la piena attuazione della Strategia Nazionale delle Aree Interne”. Ad affermarlo Pasquale Mancuso Già vicepresidente della Comunità Montana del Reventino- Tiriolo.
“Le nuove modalità introdotte, a cominciare da quelle riguardanti il trasferimento delle risorse e di monitoraggio complessivo, i nuovi tempi previsti, i nuovi compiti attribuiti in un quadro di “ripensamento” complessivo proteso alla semplificazione ed alla velocizzazione delle procedure obbligano tutti i soggetti istituzionali impegnati ad un cambio di passo, ad una nuova ed impegnativa assunzione di responsabilità. Esiste, infatti, una contraddizione profonda – prosegue – in tutto il Paese, tra la “narrazione”, suggestiva e coinvolgente della Montagna d’Italia, delle aree interne alpine ed appenniniche, dei borghi e della qualità della vita, soprattutto, dopo il “passaggio” del Covid e gli strumenti operativi, mi riferisco alla Strategia Nazionale delle Aree Interne, che sovrintende, anche con il riconfermato e convinto sostegno, è bene ricordarlo, dell’Unione Europea, alla promozione e valorizzazione delle aree interne del Paese e che stenta a dispiegare appieno le enormi potenzialità proprie degli obiettivi ambiziosi e forti della stessa Strategia. I dati di utilizzazione delle risorse non sono ancora confortanti (https://opencoesione.gov.it/it/strategie/AI/) e l’istituzione di nuove aree, che si sono aggiunte alle prime 72, non deve costituire un elemento di appesantimento rispetto alla diffusa esigenza di velocizzare la realizzazione degli interventi; le decisioni che, ad ogni livello istituzionale, dovranno essere assunte hanno il compito di corrispondere pienamente ad una insopprimibile esigenza di concretizzazione degli interventi previsti, soprattutto laddove i fondi sono, da tempo a disposizione, dei soggetti attuatori, in primo luogo dei Comuni interessati. La Calabria è “dentro” lo scenario nazionale, con gli stessi limiti e con qualche aggiuntiva accentuata debolezza che vanno, con l’utilizzazione virtuosa dei contenuti della delibera Cipess n. 41/2022, affrontati con forte determinazione e chiara volontà politica”.
“I due nuovi organismi di “governance” previsti dalla delibera Cipess – afferma – sono un banco di prova impegnativo per la nostra Regione ed è auspicabile che nell’individuazione delle responsabilità possa essere ulteriormente utilizzato, rafforzandone ruolo, il Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici che ha già fornito, nel tempo, ottima prova a supporto delle politiche di valorizzazione e promozione delle aree interne e degli strumenti ad esse collegati. Necessita, in questo quadro, dentro i nuovi organismi di “governance”, individuare modalità fortemente operative e criteri stringenti attraverso i quali scegliere, se necessario, le priorità degli interventi da realizzare sul territorio di ogni singola Area; i fondi, peraltro, già da molto, troppo tempo, a disposizione delle prime quattro Aree, circa 63 milioni di euro complessivi, non sono stati utilizzati ed è assolutamente irrinunciabile invertire subito la rotta dovendo anche tenere conto che le nuove tre Aree, da poco tempo individuate, beneficeranno di una quota di finanziamento nazionale pari a quattro milioni di euro ciascuna, già decisa in seno al Comitato Tecnico Aree Interne, con una aggiuntiva quota regionale “obbligatoria” (prevista proprio dalla stessa delibera n. 41/2022 CIPESS e che sarà quantificata dalla stessa Regione Calabria) almeno pari al contributo nazionale”.
“La “nuova” sfida, dunque, è quella decisiva ed occorre misurarsi con le nuove responsabilità determinate dalle scelte, opportune e necessarie ed in piena consonanza con la “Governance” del Pnrr della delibera n.41/2022 del Cipess che vanno attuate con grande puntualità; nel Paese, ed in Calabria soprattutto, la spinta a far presto e bene, innanzitutto con una poderosa quanto indispensabile accelerazione della spesa, deve essere coralmente condivisa, superando – spiega in ultimo Mancuso – campanilismi che ancora paralizzano crescita e riscatto, rafforzando alacremente quelle “procedure di cooperazione interistituzionale semplificate” che vanno vissute da quei soggetti istituzionali, a cominciare dalle Amministrazioni comunali e dalla Regione, che, meglio di altri, possono rappresentare quella “prossimità” che può e deve significare il superamento dello “svantaggio” delle aree interne”.
