I sanitari dovranno rispondere del reato di omicidio colposo.
CATANZARO – L’uomo originario di Squillace era morto dopo solo quattro giorni dal suo ricovero d’urgenza per una crisi d’angina. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Paolo Petrolo, ha chiuso le indagini per la morte del 71enne Antonio Occhionorelli, avvenuta il 9 maggio 2014 mentre si trovava ricoverato nel reparto Unità Terapia Intensiva Cardiologica del policlinico di Catanzaro. Omicidio colposo è l’accusa nei confronti di quattro medici: il cardiochirurgo Pasquale Mastroroberto, Pasquale Napoli, Luigi Irrera e Giuseppina Mascaro. Secondo quanto ricostruito dal magistrato, l’uomo dopo essere stato trasferito dall’ospedale di Soverato, sarebbe deceduto per una “sinergia letale”. I medici, secondo l’accusa, non sarebbero intervenuti per arrestare il calo di emoglobina. Inoltre il cardiochirurgo Mastroroberto “ometteva, e comunque tardava, ingiustificatamente, l’esecuzione di un intervento di rivascolarizzazione miocardica al manifestarsi – si legge nell’avviso all’indagato – di un’angina instabile”. Per la Procura si tratterebbe di una morte avvenuta “per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia e nella violazione delle regole e raccomandazioni delle Linee-guida in materia sanitaria”. Ad assistere la famiglia Occhionorelli è l’avvocato Arturo Bova del foro di Catanzaro.
