Ha preferito la latitanza alla condanna in carcere a due anni e sei mesi di reclusione a cui è stato condannato ieri dalla Cassazione.
VIBO VALENTIA – E’ il terzo giorno che non si hanno notizie di Francesco Maiolo. Il ventiseienne di Acquaro ha rotto il braccialetto elettronico che portava da qualche tempo ed è evaso dagli arresti domiciliari in attesa della sentenza della Cassazione che ieri l’ha condannato a 2 anni e sei mesi di reclusione per associazione mafiosa nell’ambito del processo “Luce nei boschi” contro i clan delle Preserre Vibonesi. Agli arresti domiciliari per diversi reati, Maiolo aveva l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico come strumento di controllo. Il giovane che ieri è stato condannato dalla Suprema Corte insieme all’ex boss del cosentino divenuto collaboratore di giustizia Antonio Forastefano dopo essersi disfatto del braccialetto elettronico si e’ reso irreperibile ed è attualmente ricercato dalle forze dell’ordine. Forastefano noto per essere alla guida di uno dei più potenti clan di Cassano nello stesso processo è stato definitivamente ritenuto responsabile di episodi legati alle ‘ndrine del vibonese e condannato ad otto anni e sei mesi di reclusione.
