Appalti truccati per favorire le attività della ‘ndrina che avrebbe raccolto voti per Trematerra in occasione delle regionali del 2010.
CATANZARO – E’ stato discusso oggi davanti al Tribunale della libertà l’appello presentato dalla Dda di Catanzaro contro il mancato arresto dell’ex assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra dell’UDC, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio nell’ambito dell’inchiesta “Acheruntia” scattata lo scorso 7 luglio. Al centro delle indagini i legami tra Trematerra e l’ex consigliere comunale di Acri, Angelo Gencarelli, considerato elemento di spicco della cosca Lanzino-Ruà.
Il gip di Catanzaro aveva negato l’arresto sostenendo che “gli elementi posti dall’accusa a sostegno della mozione cautelare non siano sufficienti per ascrivere all’indagato la condotta di concorrente esterno in quanto non emerge la prova di un concreto ed effettivo contributo prestato da Trematerra a favore dell’associazione, emergendo, al contrario, piuttosto chiaramente, l’esistenza di una reiterata condotta di favore nell’interesse esclusivo di Angelo Gencarelli e di soggetti comunque ricollegati a interessi personali (ed economici) di quest’ultimo“.
Nell’appello i procuratori aggiunti Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto e il sostituto Pierpaolo Bruni sottolineano, invece, come le condotte dell’ex assessore siano “espressione e manifestazione della volontà di Michele Trematerra di favorire l’articolazione imprenditoriale della cosca”. Ora saranno i giudici del Tribunale della Libertà a stabilire se l’arresto andava fatto o meno. Nel corso delle indagini gli inquirenti avrebbero appurato che la cosca Lanzino condizionava l’attività del dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione Calabria e del Comune di Acri per l’aggiudicazione di appalti pubblici a favore di società di riferimento dello stesso sodalizio criminale. Indagato per associazione mafiosa e concussione anche l’ex sindaco di Acri Luigi Maiorano.
