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Navi dei veleni, nuove ‘inquietanti’ verità

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ROMA – Natale De Grazia sarebbe morto per ‘una causa tossica’. Il decesso del capitano di Marina deceduto misteriosamente prima dell’incontro con un teste-chiave

per sciogliere i nodi della vicenda legata al ritrovamento della Chunsky e al presunto traffico di rifiuti tossici correlato è stato posto al vaglio della Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti. Le conclusioni della relazione approvata stamane dalla stessa commissione gettano una nuova luce, definita “inquietante” dagli stessi membri sul caso dell’ufficiale scomparso improvvisamente a Nocera Inferiore il 13 dicembre del ’95, a 39 anni, mentre era in viaggio da Reggio Calabria a La Spezia. Una prima autopsia, poi ripetuta dallo stesso medico legale, parlò genericamente di “insufficienza cardiaca acuta”. A distanza di anni una nuova perizia, affidata dalla Commissione a Giovanni Arcudi, titolare della cattedra di Medicina legale all’universita’ romana di Tor Vergata e docente alla Scuola ufficiali dei carabinieri, impone, secondo la relazione, “di valutare le risultanze dell’inchiesta precedentemente svolta in una chiave nuova e non poco allarmante”.  “Non è compito di questa Commissione – ammettono i relatori – pronunciare sentenze ne’ sciogliere nodi di competenza dell’autorità giudiziaria, tuttavia non si puo’ non segnalare che la morte del capitano De Grazia si inscrive tra i misteri irrisolti del nostro Paese”.

 

La consulenza del professor Arcudi, “scientificamente inattaccabile”, arriva a una “conclusione inequivoca: escluse le altre cause, – si legge nella relazione – per l’assenza di elementi di riconoscimento, la morte è conseguenza di una ‘causa tossica’”, sebbene sia impossibile ormai accertare quale e dare corpo, dunque, al sospetto che il capitano possa essere stato avvelenato”. “De Grazia – ricorda la Commissione a conclusione di un lungo, accurato lavoro – stava conducendo indagini su tutte le vicende più oscure riguardanti il traffico illecito di rifiuti pericolosi ed aveva costituito un gruppo di lavoro assai efficiente, che operava in profondità sul riciclo illegale dei rifiuti”. E proprio il progressivo smembramento di questo gruppo, “subito prima e subito dopo il decesso” del capitano, se si unisce “alla causa della morte, identificata in un evento tossico, getta una luce inquietante sull’intera vicenda”. “Ciò che risulta – proseguono i relatori – è che il capitano De Grazia ha ingerito gli stessi cibi di chi lo accompagnava nel viaggio salvo una fetta di torta; queste almeno sono state le dichiarazioni dei testimoni. Se così, appare difficile ricondurre la tossicità ad una causa naturale, anche se non lo si puo’ escludere in forma assoluta”. La settimana prima di Natale, una conferenza stampa in cui dovevano essere presentati i risultati della nuova perizia allegata alla relazione era stata annullata in extremis, anche perchè non era stata avvertita la vedova di De Grazia, Anna Vespia, ma questo era bastato a riaccendere le polemiche. Oggi la Commissione ha messo la parola fine ad un lavoro lungo e meticoloso, con un testo che, ha spiegato il presidente Pecorella, sarà  “trasmesso ai presidenti delle due Camere e alle autorita’ interessate”.

 

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