Sono passati 26 anni dalla tragica scomparsa di Denis, una vicenda che non ha trovato ancora giustizia e verità. Il 18 novembre, è ricorso infatti il 26° anniversario della sua morte avvenuta nel 1989 sulla statale 106.
COSENZA – Donato Bergamini resterà per sempre nel cuore di tutti i tifosi del Cosenza e non solo. E proprio la città di Cosenza intende rendergli omaggio, intitolando all’ex centrocampista rossoblu, una piazza vicino lo stadio che ora porta il nome di un altro grande atleta della storia calcistica cosentina, Gigi Marulla. Domani mattina, infatti, alle ore 11.00 l’amministrazione comunale inaugurerà piazza Donato “Denis” Bergamini alla presenza della sorella Donata e delle tantissime persone che portano quell’amata casacca numero 8 nel cuore e che non hanno mai smesso di lottare, neanche un solo secondo, per cercare di scoprire la verità su quella che rimane una morte piena di sospetti, silenzi e assenza di risposte. A tal fine, è stata individuata un’area di circolazione in via degli Stadi, attualmente priva di toponimo, precisamente sul lato sinistro in direzione Castrolibero, cinquanta metri oltre la curva Sud (che porta già il suo nome) dello stadio ‘San Vito Gigi Marulla’. Sarà proprio quest’area a essere denominata in onore del calciatore rossoblu.
La nuova lapide in ricordo di Bergamini, costruita sulla strada statale 106 a Roseto
Una morte senza verità e con tante bugie – la giunta comunale, presieduta dal sindaco Mario Occhiuto, aveva approvato esattamente due mesi fa, lo scorso 21 settembre, la proposta di delibera per l’intitolazione. Denis avrebbe festeggiato il suo 53esimo compleanno il 18 settembre (classe 1962) e ne aveva 27 quando, calciatore dell’allora blasonato Cosenza calcio 1914, morì sulla Statale 106 Jonica. Da quel maledetto giorno in tanti hanno urlato e gridato giustizia per quella morte tanto assurda quando piena di misteri e “maledette” bugie. Il 27 dicembre del 2009, sotto il diluvio si celebrò davanti il tribunale di Cosenza il “Bergamini Day” organizzato dagli Ultrà Cosenza. Manifestazione alla quale parteciparono anche i familiari del calciatore per chiedere verità e giustizia sulla morte del calciatore e far riaprire subito le indagini, all’epoca dei fatti archiviate troppo presto come “suicidio” nonostante i numerosi punti interrogativi e prove davvero poco convincenti.
Nel giugno del 2011 la riapertura delle indagini da parte della Procura di Castrovillari. Il 22 febbraio del 2012, una svolta che sembra dare ragione alla tesi avanzata da sempre dai familiari e dai tifosi rossoblu. Nella perizia redatta dai Ris di Messina e depositata presso la procura della Repubblica di Castrovillari, si evince chiaramente che quando Bergamini fu investito dal camion, lo stesso era già morto. I Ris hanno infatti potuto constatare, attraverso diverse simulazioni, che se il giovane calciatore si fosse “gettato a pesce” sotto il camion, come riferì l’ex fidanzata, scarpe, catenina e orologi, indossati dal calciatore avrebbero dovuto subito gravi danni, mentre invece al momento del ritrovamento del cadavere erano pressoché intatti, sopratutto le scarpe. Il 15 Maggio del 2013 la Procura, sulla base delle risultanze dei Ris e dopo una serie di ulteriori perizie, inviò un avviso di garanzia all’ex fidanzata, ed unica testimone oculare della morte, Isabella Internò per concorso in omicidio e dell’autista del camion Raffaele Pisanoper favoreggiamento e false dichiarazioni. Entrambi gli indagati non si presentarono al primo interrogatorio, mentre poi si avvalsero della facoltà di non rispondere.
Donata Begaramini: una donna forte che lotta per la verità – Ma proprio quando la svolta sembrava davvero ad un passo e la verità finalmente stava emergendo, ecco l’ennesimo colpo di scena: il 22 dicembre dello scorso anno la stessa Procura di Castrovillari che aveva riaperto l’inchiesta, la chiuse definitivamente chiedendo anche l’archiviazione per i due indagati. Per la morte di Bergamini, dunque, non ci sarebbero colpevoli e secondo questa decisione le motivazioni del PM restano e resteranno quelle del suicidio. Un’ennesima doccia fredda per tutti i tifosi del Cosenza, per la famiglia del calciatore e per la combattiva sorella Donata, presidentessa dell’associazione “Verità per Denis”, che appresa la notizia ha presentato immediata opposizione alla richiesta di archiviazione nei confronti dei due indagati Isabella Internò e Raffaele Pisano. Le due richieste di archiviazione sono state presentate al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Castrovillari ed ancora si attende l’esito dopo oltre 200 giorni. Donata domani sarà ancora a Cosenza, la sua seconda città, nel ricordo del fratello e sarà, ne siamo sicuri, più combattiva che mai. Lei che ancora oggi, dopo oltre un quarto di secolo, aspetta solo e soltanto la verità e una cosa che le spetta di diritto: la giustizia.
La sorella Donata da sempre si batte per scoprire la verità sulla morte di Denis
L’intento dell’amministrazione comunale è quello di commemorare in maniera tangibile quella vita spezzata prematuramente che, oltre ad aver dato prova di notevoli doti calcistiche, ha lasciato un ricordo umano indelebile in tutti i tifosi, e non solo, dei lupi. Alla cerimonia di domani, oltre alla famiglia e al sindaco Mario Occhiuto, non mancheranno i tifosi e, naturalmente, i rappresentanti dell’Associazione Verità per Denis, nonché esponenti del mondo dello sport e semplici cittadini. La squadra dell’attuale Cosenza calcio, impegnata nella gara casalinga di campionato contro il Monopoli domani pomeriggio alle 15.00, prima di fare il suo ingresso nello stadio San Vito Gigi Marulla porterà un saluto alla neo inaugurata piazza Donato “Denis” Bergamini.
Il saluto dei tifosi rossoblu in viaggio verso Lecce domenica scorsa
