Centri prenotazioni con terminali bloccati in tutta la provincia, mentre a Rende servono 7 mesi d’attesa per una visita odontoiatrica.
COSENZA – L’Annunziata arranca per enormi carenze di personale. Il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cosenza sopravvive, non si sa fino a quando, grazie ai medici che con abnegazione si prestano a lavorare anche per due turni consecutivi. In provincia esistono presidi come Lungobucco, Bocchigliero, Campana sforniti sia di defibrillatori sia di fiale di adrenalina per gestire gli shock anafilattici. Una situazione disastrosa a cui si aggiunge il ‘lassismo’ di parte dei dipendenti, la mancanza di fondi, il blocco delle assunzioni e la fatiscenza di attrezzature e strutture. Il quadro descritto stamane nella prima riunione tra il commissario dell’Asp di Cosenza e la commissione sanità del municipio bruzio è desolante. Il problema maggiore dell’ente che gestisce la sanità cosentina, con un bilancio da oltre un miliardo di euro, è quello del personale. A dirlo è lo stesso commissario Filippelli, noto oncologo che gode di un’ottima fama tra i suoi pazienti. “La più grande angoscia dell’Asp di Cosenza – afferma – sono i dipendenti. Quello che è stato fatto dalla politica ha creato danni inestimabili.
Abbiamo persone che lavorano per dieci ed altre che non fanno niente. Un fenomeno diffuso dal personale medico a quello amministrativo. La riorganizzazione delle risorse umane è ormai una priorità. L’Asp di Cosenza è un mostro amministrativo-contabile. Bisogna recuperare la reputazione dell’intero servizio sanitario cosentino”. Badge scambiati tra i colleghi per falsificare i turni di lavoro hanno portato alla notifica di diversi avvisi di garanzia. L’Ente per arginare tale fenomeno però non ha attivato alcun dispositivo o protocollo particolare. Si confida sull’operato della magistratura che intanto indaga anche sui falsi certificati rilasciati da funzionari dell’Asp di Cosenza per i risarcimenti assicurativi di incidenti stradali e sui furti del carburante che, destinato a rifornire le ambulanze, scivolava nei serbatoi dei dipendenti. Nel corso dell’incontro odierno gli atteggiamenti definiti ‘non dediti all’obiettivo aziendale’ sono, come afferma il direttore del distretto Cosenza – Savuto Antonio Perri, ”spalmati su tutte le figure professionali. Chi lavora in Ospedale è diciamo ‘costretto’ a lavorare, mentre nei presidi della provincia il fenomeno è più diffuso”.
Un fenomeno che si ripercuote inevitabilmente nelle prestazioni ai cittadini. Un esempio. Su trentasei infermieri necessari per fornire assistenza domiciliare ad anziani, pazienti oncologici o affetti da SLA di Cosenza e Provincia (in tutto 1.554 pazienti) l’Asp ne ha solo sei e riesce ad assistere non più di 650 persone. Meno della metà. Un nodo che il commissario Filippelli intende sciogliere come affermato nel corso della riunione ”spostando dal territorio i sanitari per darli all’ospedale. Nelle nuove assunzioni non siamo riusciti ad inserire anestesisti, radiologi e medici per il pronto soccorso. L’unica cosa che abbiamo potuto fare sono dei contratti a tempo determinato per sostituire maternità e aspettative. Abbiamo già calcolato il numero del personale in forze e il fabbisogno di prestazioni. Il progetto è di spostare i medici specialisti dai presidi in cui sono sottoutilizzati facendo svolgere attività anche nei presidi in cui le ore sono insufficienti a rispondere alle richieste dell’utenza”. Così facendo dovrebbero aumentare le prestazioni e ridursi i tempi d’attesa.
Sorge quindi il problema delle prenotazioni. Nell’ultima settimana il sistema del CUP è andato in tilt ben tre volte. Terminali bloccati in tutti i centri di prenotazione con file interminabili di pazienti infuriati. Episodi non isolati che si ripetono periodicamente su un sistema già di per sè poco flessibile che non consente a chi vive in provincia di prenotare prestazioni erogate dall’Annunziata. Spiazzante la risposta del commissario in merito ai disservizi. Filippelli lamentando la propria frustrazione nell’apprendere l’evidenza dei fatti ha parlato di un nuovo sistema che la BNL che come egli stesso ha affermato ”governa dal punto di vista economico l’Asp” ha intenzione di risolvere il problema con un’App. ”Un applicazione utilizzabile con il telefono cellulare – ha illustrato il commissario – permetterà di prenotare e pagare on line il ticket”. Sul degrado di alcuni presidi come Scalea, Cassano e Serra Spiga è stato annunciato che si sta lavorando per ripulire gli spazi e garantire l’igiene e il decoro che spetta alle strutture che forniscono servizi sanitari. Intanto l’Asp di Cosenza lavorerà ad un’opera di sensibilizzazione del personale, cui età media è di 54 anni, affinchè sia sufficientemente ‘stimolato’ a svolgere le proprie mansioni. I pazienti nel frattempo aspetteranno, in fila al CUP.
