In un primo momento, ieri, anche su iniziativa dell’Unione sindacale di base, erano arrivate notizie scoraggianti circa il futuro dei 5mila lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità calabresi che da anni lottano per rivendicare la loro stabilizzazione lavorativa.
CATANZARO – Per fortuna però, alla fine le buone notizie sono arrivate, grazie anche all’intervento, sollecitato dallo stesso sindacato, dei parlamentari calabresi del Pd in Commissione Bilancio al Senato, dove è stato presentato dal relatore Silvio Lai, un emendamento al decreto ‘Giubileo’ che autorizza la spesa di 50 milioni, quale quota di compartecipazione dello Stato per completare, entro il 31 dicembre 2016, le procedure di stabilizzazione dei lavoratori LSU-LPU della Calabria”. Una buona notizia dunque, comunicata a nome di tutti i parlamentari calabresi del Pd, dal deputato Ernesto Magorno.
“È senza dubbio un risultato positivo – prosegue – frutto di un grande lavoro di squadra condotto dal Governatore della Calabria, Mario Oliverio, dai parlamentari calabresi in piena sintonia con i gruppi parlamentari del PD di Camera e Senato”. Lsu ed Lpu, appena qualche giorno fa erano scesi in piazza, in tutta la Calabria, per protestare contro la legge di stabilità del Governo, e con loro anche tanti sindaci e rappresentanti dei comuni, che impiegano molti di questi lavoratori, senza i quali, verrebbe a mancare un servizio importantissimo per la collettività.
L’onorevole Magorno, questa mattina, è intervenuto in diretta nel corso della trasmissione di approfondimento giornalistico di Rlb Radioattiva.
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“Siamo fiduciosi – ha concluso Ernesto Magorno – che tale emendamento venga approvato definitivamente nei tempi istituzionalmente previsti. Purtroppo, resta ancora irrisolta la vertenza dei forestali calabresi, per i quali finora non è stata autorizzata la spesa di 30 milioni prevista dall’accordo triennale. Pertanto, continueremo ad assicurare il nostro impegno istituzionale e politico affinché siano sempre garantiti e tutelati i diritti fondamentali e la dignità sociale di tutti i lavoratori calabresi”.
