La giovane avrebbe tentato di partorire in casa dopo aver nascosto la gravidanza per mesi.
GRIMALDI (CS) – Per nove mesi è riuscita a nascondere la sua gravidanza. Indossando abiti larghi, lunghi maglioni che le avrebbero permesso di celare il ‘pancione’ agli occhi dei familiari. In quaranta settimane nessuno si sarebbe accorto di nulla. La giovane mamma, L. M., ventiduenne residente nelle campagne limitrofe al Comune di Grimaldi, non voleva dire di essere incinta. Anche il papà della piccola, con il quale non ha più alcun rapporto, pare fosse allo scuro di tutto. La scorsa settimana, il 22 Dicembre, inizia il travaglio. E’ ormai la quarantesima settimana di gestazione, il neonato deve nascere. I dolori lancinanti costringono la ragazza ad urlare e richiamare l’attenzione della madre. La donna, incredula, inizialmente non riesce a capire cosa stia succedendo, perchè la figlia stia così male. Dopo pochi minuti si rende conto che c’è da improvvisare un parto. Telefona il medico curante ed il 118, ma ormai il travaglio sta per terminare ed è lei che deve darsi da fare per assistere la ragazza che partorirà sul water di casa.
I soccorsi tardano ad arrivare e la madre provvede a far partorire la ventiduenne e a tagliare il cordone ombelicale. Qualcosa però non va andato nel verso giusto. Al loro arrivo i sanitari trovano il neonato privo di vita e la giovane ancora sanguinante. Trasportata in ospedale la ragazza viene sottoposta alle operazioni che le consentono di espellere la placenta. Immediato l’intervento delle autorità giudiziarie che sequestrano la salma del nascituro, la placenta ed iscrivono la ragazza nel registro degli indagati per consentirle di nominare un perito di parte per l’autopsia. L’esame autoptico è stato eseguito nel pomeriggio di ieri da Berardo Cavalcanti, sarà lui a stilare nelle prossime settimane la relazione che consentirà di far luce sul decesso del neonato. A quel punto la ventiduenne sarà prosciolta dall’accusa di infanticidio o processata qualora l’autopsia dovesse individuare elementi ‘anomali’ che hanno contribuito al decesso del piccolo.
