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Neonato morto a Cosenza, tre persone indagate

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Si tratta di due ginecologi e di un’ostetrica. Le reazioni del mondo politico.

COSENZA – Sono tre gli indagati per la morte del neonato avvenuta ieri pomeriggio all’ospedale di Cosenza. Nel registro degli indagati della Procura di Cosenza sono stati iscritti due ginecologi e un’ostetrica, nei confronti dei quali il reato ipotizzato è quello di omicidio colposo.L’emissione degli avvisi di garanzia si è resa necessaria per consentire agli indagati di nominare, eventualmente, consulenti di parte per l’autopsia che, su disposizione della Procura, sarà effettuata, presumibilmente nella giornata di domani, sul corpo del neonato. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha disposto l’invio degli ispettori all’ospedale.

 

Intanto non tardano ad arrivare le reazione del mondo politico dopo la morte del neonato. Il vicepresidente della Commissione Sanità del Senato, Maurizio Romani, dell’Italia dei Valori ha chiesto al Governo ha annunciato che richiederà al ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin “di allargare la verifica ispettiva a tutta la Calabria, dove la casistica delle conseguenze drammatiche dei parti è in preoccupante aumento. Occorre avviare un monitoraggio e verifiche capillari e rigorose: ove ci siano stati errori medici i responsabili vanno puniti, ma è anche vero che, nel contempo, nella sanità bisogna tornare ad investire per aumentare la qualità dei servizi erogati ai cittadini e prevenire disfunzioni. E’ intollerabile – prosegue Romani – che nel 2016 un parto rischi sempre più spesso di trasformarsi in un dramma. Quanto accaduto nell’Unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Annunziata di Cosenza è un fatto gravissimo sul quale occorre fare massima chiarezza”.

 

Sulla vicenda è intervenuta anche la parlamentare M5s Dalila Nesci, che oggi ha presentato un’interrogazione rivolta al presidente del Consiglio e ai ministri della Salute e dell’Economia. “Nascere in Calabria – afferma – è diventato un rischio, il che è inaccettabile. Occorre un intervento del governo, che non può limitarsi alle ispezioni ministeriali. È necessario – aggiunge – che tutte le istituzioni preposte, politiche e giudiziarie, facciano luce sul tragico accaduto. Gli ispettori del ministero della Salute accertino al più presto i fatti. Occorre, però, che il governo risolva le gravi insufficienze di personale e strutturali, che ci hanno riportato indietro nel tempo, privando pazienti e sanitari di tranquillità e sicurezza. Non è la prima volta che premo sull’emergenza delle nascite in Calabria. Appena venti giorni fa ho presentato un’altra interrogazione su un episodio simile e ancora da chiarire, avvenuto all’ospedale di Vibo Valentia. Gli effetti del piano di rientro in Calabria – conclude Nesci – sono devastanti, con la conseguenza surreale che nascere qui espone, paradossalmente e di fatto, alla morte. Il Movimento 5 stelle proseguirà la battaglia a tutela dei cittadini e del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione, che prevede garanzie ben diverse dai riduttivi e incostituzionali livelli essenziali di assistenza”.

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