CATANZARO – Ancora imbrogli nel Capoluogo calabrese dove quattro ditte sono sotto inchiesta per aumento delle tariffe da pagare per ritirare i mezzi sottoposti a fermo o a sequestro. Cifre triplicate o anche quadruplicate.
Le ditte protagoniste dell’imbroglio gestiscono il servizio di soccorso stradale, autorizzate dalla Prefettura ad effettuare al recupero dei mezzi oggetto di interventi della Polizia stradale. Per i titolari delle imprese in questione, indagati per abuso in atti d’ufficio, il sostituto procuratore della Repubblica del capoluogo calabrese, Carlo Villani, titolare delle investigazioni svolte dalla Stradale, ha emesso un avviso di conclusione indagini che, adesso, apre un periodo di venti giorni dedicato all’espletamento di ogni attivita’ difensiva ritenuta utile prima che la pubblica accusa proceda con una richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione. L’inchiesta ha avuto inizio dopo l’esposto di alcuni utenti che hanno sborsato somme elevatissime per recuperare i propri mezzi e, stando alla tesi accusatoria, avrebbero consentito di appurare che, nel corso del 2012, gli indagati avrebbero arbitrariamente applicato delle notevoli maggiorazioni alle tariffe che vengono invece imposte dalla Prefettura al momento della stipula annuale del contratto che segue al decreto di accreditamento delle imprese ad effettuare il servizio di recupero o deposito dei veicoli sottoposti a fermo o sequestro amministrativo. Ma sarebbero emerse anche irregolarita’ rispetto all’applicazione dell’Iva nonche’, in alcuni casi, il mancato rilascio delle ricevute. Chiuso questo segmento di indagine a carico dei quattro attuali indagati, le verifiche proseguono comunque nel settore per appurare che altre ditte non abbiano commesso reati come quelli gia’ ipotizzati nei confronti dei primi.
