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Verità per Alessio Di Pietro: mobilitazione sul social

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COSENZA – Una verità urlata. Quella su Alessio Di Pietro. E’ quella che cercano i suoi familiari, i suoi più stretti amici, tutti quelli che gli volevano bene,

ancora alla ricerca del perchè lui non ci sia più. Per ricordarlo e per capire perchè è stato ucciso, è stato aperta una pagina su Facebook: Verità per Alessio Di Pietro. Il gruppo social, composto da 1294 componenti, cerca risposte, vuole giustizia, insegue verità. Una in partiocolare: perchè Alessio è stato ucciso. Sulla pagina del gruppo, giganteggia una bella foto sorridente del ragazzo, con scritto “ciao Alessio” e recante un messaggio che deve far riflettere: “so che tanto nessuno mi condividerà perche non ero famoso ma non per questo la mia famiglia deve combattere da sola. Mi chiamo Alessio Di Pietro e sono morto il 15 gennaio 2011 presso il pub Derbys Grottaferrata per aver soccorso un ferito durante una rissa, io sono morto e ancora non so perchè ma tu puoi aiutarmi. Non lasciare che io sia dimenticato perchè volevo VIVERE proprio come TE”.

Questo messaggio, carico di tenerezza ma anche di disperazione, da parte di chi non può più abbracciare, divertirsi, sorridere e scherzare con Alessio, ha raccolto, in brevissimo tempo, numerosi “mi piace”, like lasciati da chi, anche distrattamente di passaggio sui social, ha deciso di dimostrare ai familiari, agli amici di Alessio la propria vicinanza, la condivisione di un dolore. Grande.

L’OMICIDIO – Sono circa le due di notte, quando i carabinieri di Frascati ricevono la chiamata per il pronto intervento. In un locale poco distante, nel comune di Grottaferrata, il gestore del Derby’s , noto pub tra i giovani della zona, avverte le forze dell’ordine per una rissa in atto. Poco dopo i carabinieri arrivano sul posto insieme alle ambulanze, chiamate anche loro ad intervenire. All’arrivo dei soccorsi, la scena che si presenta agli occhi di militari e sanitari è tremenda. Due giovani giacciono per terra all’esterno del locale in fin di vita. Alessio Di Pietro, 20enne di Santa Maria delle Mole, è supino sul suolo con un coltello conficcato in pieno torace. Una coltellata al cuore lo ha freddato poco dopo l’arrivo in ospedale. L’altro, l’amico del giovane morto, tra strilla e urla, è riverso per terra con una lacerazione all’addome. Anche lui raggiunto da una coltellata. Il trasporto in ambulanza all’ospedale di Frascati, per poi cambiare direzione verso il Policlinico di Tor Vergata, più adatto all’intervento chirurgico di cui necessita, è la sorte che tocca al giovane ferito all’addome, 28 anni, in attesa di diventare padre. Per Alessio, invece, non c’è niente da fare. Il colpo è stato letale. Una rissa che ha coinvolto in tutto 5 ragazzi, dai 20 ai 30 anni per futili motivi. Infatti, il tutto nasce per una spallata causata dall’urto tra i giovani all’ingresso del locale. Dopo un breve scontro verbale, sembrava che la cosa fosse finita lì, invece, da quanto emerge dai testimoni, una volta trovata la sistemazione ai tavoli, tra di loro è continuato uno scambio di sguardi in cagnesco e la mimica ha parlato chiaro, “ci vediamo fuori”. Alessio, insieme ai due amici, si allontana dal tavolo con il pretesto di andare a fumare una sigaretta. È quanto confermano le due testimoni chiave, la fidanzata della vittima e la moglie del giovane ancora in gravi condizioni. Una volta fuori, nel parcheggio del pub, comincia la colluttazione che sfocia in vera e propria tragedia. Alessio viene raggiunto da tre coltellate fino a che non cade per terra ancora con l’arma nel corpo. I due giovani, vittime dell’attacco armato, sono stati aggrediti in modo violento e insensato da altri due ragazzi poco più che ventenni residenti nella periferia a sud di Roma, Tor Bella Monca. Il loro fermo è scattato grazie alla testimonianza delle due donne che li hanno indentificati con l’ausilio delle forze dell’ordine. Già noti ai militari per precedenti legati alla droga, gli aggressori sono accusati di rissa, omicidio e tentato omicidio. Un terzo indagato risulta essere anche l’amico di Alessio e del 28enne, per aver preso parte alla rissa, anche lui appena trentenne e residente ai Castelli Romani, nello specifico a Rocca di Papa. La svolta alle indagine è scattata grazie alle testimonianze delle due donne che, attirate all’esterno del locale dalle grida e dal panico scatenatosi tra la gente, si sono riversate fuori in fretta e furia, trovandosi davanti la scena del crimine. Mentre i due di Tor Bella Monaca e il ragazzo colpito all’addome erano già noti alle forze dell’ordine per precedenti, Alessio era incensurato. Lo sgomento per l’accaduto e il dolore di conoscenti e familiari è indescrivibile. E mentre continuano gli accertamenti dei carabinieri, restano al momento invariate le condizioni del sopravvissuto, ricoverato in terapia intensiva dopo un delicato intervento all’addome. Alessio oggi non c’è più, ma i suoi sorrisi, i suoi pensieri, la sua dolcezza, la sua spontaneità vivono nel ricordo di chi l’ha conosciuto e voluto bene, chi l’ha amato e rispettato, chi, a cominciare dai suoi familiari, cerca ancora una verità.

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