COSENZA – Quando la prontezza di riflessi, è un salvavita. Dietro l’arresto di Tudor Dumitri Daniel, rumeno del ’90, finito in manette con le accuse di sequestro di persona e violenza, ai danni di una connazionale, di un anno più giovane, c’è non solo tutta la bravura del luogotenente Cosimo Saponangelo e dei suoi carabinieri della stazione di Cosenza Principale, ma anche la scaltrezza della vittima. L’arresto, per come raccontato in conferenza stampa, svoltasi presso il Comando provinciale dell’Arma di Cosenza, è stato eseguito in pochissimo tempo. La cronaca di questa storia, racconta che, il 23enne, già nello scorso mese di marzo, aveva importunato, con reiterate attenzioni, la sua connazionale che, per paura di ritorsioni e per timore di compromettere la sua gravidanza, s’era recata dai carabinieri per denunciare Daniel. L’atto d’accusa, confezionato in un’informativa, era stato trasmesso dagli uomini del luogotenente Saponangelo, alla Procura della repubblica cittadina. Il fascicolo era stato aperto dal pm Antonio Bruno Tridico. Il rumeno, però, voleva consumare la sua vendetta e domenica mattina, s’è presentato a San Fili, dove la sua connazionale vive da tempo. Con una scusa, s’è intrufolato nell’appartamento della ragazza e l’ha fatta prigioniera. Nessuna possibilità di affacciarsi alla finestra, nessuna possibilità di parlare con il telefono. Il 23enne, ha segregato la sua connazionale, impedendole perfino di andare in bagno, se non in sua presenza. Minacce e violenza. Tudor Dumitri Daniel ha anche preso con la forza, la sua connazionale, gettandola sul letto e imponendole di fare sesso. Per la 22 è stato un incubo. La ragazza, in più di una circostanza, ha anche temuto, non solo per la sua vita, ma soprattutto per quella creatura di cinquie mesi che porta in grembo. Ha cercato, in tutti i modi, di far ragionare il suo sequestratore, ma senza alcun risultato. Ieri, per fortuna, la svolta, con il destino che, impietosisosi di lei, ha deciso di strizzarle l’occhio. La 22enne, infatti, approfittando di un attimo di distrazione del suo sequestratore, ha preso il telefono, inviando un messaggio d’aiuto, al luogotenente Cosimo Sapoangelo. Ricevuto l’sms, il graduato dell’Arma, ha pianificato subito l’operazione di liberazione: finalizzato a salvare la 22enne e arrestare il suo sequestratore, chiudendogli ogni eventuale via di fuga. In pochi minuti, i carabinieri della stazione di Cosenza Principale, hanno raggiunto il centro abitato di San Fili. Il luogotenente Saponangelo, dotato della sua proverbiale capacità nella gestione dei casi difficili, ha attivato un contatto con la ragazza, chiamando ripetutamente il 23enne. La trattativa è durata pochissimo. Quel tanto che è bastato ai carabinieri di far scattare il piano d’azione. La ragazza è stata liberata, presa in consegna dai carabinieri e affidata alle cure dell’equipe medica, infermieristica e paramedica del 118, allertata per l’emergenza. Tudor Dumitri Daniela è stato arrestato. per tutta la durata del’intervento, dalla ricezione dell’sms di aiuto all’arresto del 23enne, il pm di turno, il sostituto procuratore della Repubblica, Maria Francesca Cerchiara, è stata tenuta costantemente aggiornata. Una volta arrestato, il 23enne è stato caricato in auto e trasportato in caserma per le formalità di rito. Ora è detenuto nel carcere di via Popilia, in attesa di comparire davanti al gip per l’udienza di convalida.
IL PRECEDENTE – Tudor Dumitri Daniel non è nuovo a episodi del genere. L’aveva già fatto il 25 marzo del 2010, trovandosi ancora una volta il luogotenente Cosimo Saponangelo a gestire il suo arresto. In quella circostanza, il rumeno, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, sequestro e usò violenza ad un’altra sua connazionale (una 37enne, con la quale aveva avuto una relazione, ndr) che, incinta di lui, voleva abortire. Lui, contrario a questa decisione, aveva sequestrato la donna, minacciandola e percuotendola con forza. All’arrivo dei carabinieri, sentendosi accerchiato e in trappola, aveva anche minacciato di lanciarsi dal balcone. Ma anche in quel caso, il luogotenente Saponangelo, un “angelo” in divisa, salvò la donna, arrestando il rumeno. Ieri la storia s’è ripetuta.
