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Alessandro, un mese fa la sua tragedia

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COSENZA – Un grande vuoto. E’ la sensazione che provo, pensando ad Alessandro Bozzo. Dal giorno di quel tragico, crudele

e maledetto, pomeriggio in cui ha deciso di “separarsi” dalla vita e dai suoi affetti, è passato un mese. Trenta lunghissimi e incredibili giorni, in cui non ho fatto altro che pensare a lui, cercando, pur rispettando il suo gesto estremo, di capire come e perchè sia potuto arrivare a tanto. Non avrei mai pensato che lui, affermato cronista dalla penna pungente, giornalista votato all’inchiesta e all’informazione di qualità, uomo dalla tempra di guerriero indiano, potesse arrivare a tanto, addirittura pianificando il suo addio. Ancora oggi cerco di trovare una risposta. Ma forse una risposta vera, esatta e convincente, non c’è e non sarò mai in grado di darmela. Di lui ricordo tutto. Ricordo il suo modo di pensare agli articoli, mentre al telefono sbeffeggiava questo o quel personaggio politico di grido che, glissava alle sue domande, fornendogli risposte di comodo. Ricordo la sua attenzione, quasi maniacale, nella rilettura degli articoli, così come ricordo le sue reprimende per quei titoli blandi che, con un sorriso ti faceva notare; me li smosci. Cazzo. Ricordo il suo stile nel raccontare la cronaca, ma soprattutto la sua innata capacità di riuscire, anche su un dettaglio, di costruire un articolo. Uno di quelli che t’appassionavano, ti prendevano, ti catturavano l’attenzione. Fino a rileggerli tante volte, per rivivere un’emozione. Ricordo la sera che ha deciso di farla finita. Ero, in compagnia della collega Katia Grosso e di Adele Sgrò, sul palchetto laterale del teatro Rendano, per assistere alla messa in scena della Cavalleria Rusticana. Anche lì, si parlava di morte. E’ morto Turiddu, è morto Turiddu. Ricordo ancora quel messaggio, inviatomi da un collega. Un sms scritto in fretta, dove venivo informato della triste notizia. Che botta. All’inizio ho stentato a crederci, così come ancora oggi, trenta maledetti giorni dopo, non riesco a farmene una ragione. Spero per te che sei andato in un mondo migliore, spero che lì hai ritrovato la tua pace e la tua serenità. A me resta un grande vuoto. Non ti dimenticherò. Mai. Ciao amico mio.

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