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Benvenuti a Cosenza, la città che ospita la … monnezza

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COSENZA – E tra i due litiganti, la città … soffoca. Nell’immondizia. Da giorni Cosenza sta offrendo l’immagine peggiore di sè. Quell’immondizia, accatastati agli angoli delle strade, sui marciapiedi, tra il verde, è uno spettacolo indecoroso. Uno spettacolo, figlio di un’emergenza vecchia quando il mondo, un’emergenza che nessuna classe politica che nel corso degli anni, s’è succeduta ha mai pensato di risolvere. Da diversi giorni e, ancora chissà per quanto tempo ancora, saremo costretti a vedere questo spettacolo. Nessuno allo stato fa niente. Eccezion fatta per il pirotecnico botta e risposta tra il Comune e la Calabra Maceri che, a mezzo fax, note stampa da inviare ai giornali e accuse reciproche se ne dicono di tutti i colori. Quello che meraviglia è che, come si dice da più parti, il problema della mancata raccolta dei rifiuti è legato all’intasamento delle discariche, viene naturale chiedersi, perchè, passando il ponte di Campagnano, Rende non è prigioniera della spazzatura. In fondo, se vogliamo la vera notrizia è questa. E di questo se n’è accorto anche lo stesso sindaco Mario Occhiuto. Se n’è accorto anche il sindaco della città dei Bruzi, Mario Occhiuto. Lui, che nei giorni scorsi ha annunciato esposti in Procura e provvedimenti contro Calabra Maceri, colpevole di aver bloccato lo smaltimento dell’immondizia, ieri ha deciso di scrivere al consorzio Valle Crati, per capire cosa stia accadendo: «Sono stato informato, anche con riscontri fotografici, che i rifiuti solidi urbani del comune di Rende sono stati raccolti e, presumibilmente, smaltiti, atteso che i cassonetti del predetto comune risultano tutti svuotati». Una cosa difficile da digerire, «posta la circostanza della chiusura dell’impianto di smaltimento gestito da Calabria Maceri, sito in San Giovanni in Fiore, da cui scaturiva il rifiuto della accettazione dei Rsu provenienti dalla città di Cosenza e che costituisce la causa della costante permanenza dei rifiuti per le strade del medesimo comune». Occhiuto non si fida più di Calabra Maceri. E chiede «di verificare se siano state perpetrate disparità di trattamento e, in caso affermativo, di porre in essere gli atti consequenziali». È la guerra dei Comuni, armati di macchinette fotografiche digitali, per verificare se le aziende stiano attuando due pesi e due misure. Lo scontro cresce di intensità. E la lettera non è l’unico atto registrato nella giornata di oggi. Occhiuto, infatti, ha firmato un’ordinanza urgente attraverso la quale incarica la società Ecologia Oggi, che si occupa della raccolta dell’immondizia in città, «di procedere, stante l’urgente necessità di porre rimedio a una situazione di grave pericolo per la salute, l’igiene pubblica e il decoro urbano, ad attivare eventuali soluzioni alternative a quella prevista dal sistema consortile, attualmente non disponibile, per il trasporto dei rifiuti urbani residuali presso un sito di smaltimento finale». Un nuovo sito da trovare, dunque, dopo la chiusura della discarica di San Giovanni in Fiore e la mancata indicazione, da parte della Regione, di una nuova discarica in cui portare i rifiuti. Che, intanto, si accumulano e fanno temere per l’igiene pubblica. Come uscirne? Viste le premesse, Occhiuto potrebbe chiedere al collega Vittorio Cavalcanti, sindaco di Rende. Intanto, per il dipartimento Ambiente, l’area urbana bruzia rischia di essere la prima brutta gatta da pelare. Una grana maleodorante. E che invade la strade, fino quasi a paralizzarle. Che dire. Benvenuti a Cosenza.

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