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Colpo in gioielleria: caccia al rapinatore mascherato

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COSENZA – L’ultimo cliente. Semina la paura. E’ ancora sotto choc, il gioielliere di piazza Zumbini, rimasto vittima di una rapina.

Erano appena passati cinque minuti alle 13, quando il titolare del negozio, ha visto una persona, avvolto in un impermeabile e con il volto parzialmente coperto da un cappellino e da una maschera, entrare in gioielleria. Non c’ha fatto molto caso. Nonostante fosse l’orario di chiusura pomeridiano, è stato cortese e gentile, nell’accogliere il cliente. Ma quel cliente non voleva acquistare nulla, anzi voleva tutto, ma senza pagare un euro. Una volta dentro, dentro aver chiuso la porta, ha estratto una pistola e l’ha puntata contro il gioielliere, intimandogli di consegnarli tutto e senza fare storie. Il proprietario del negozio, non è stato, però, dello stesso avviso e s’è scagliato contro il rapinatore, avviando con lui una colluttazione. In quel lunghi, terribili, infiniti secondi di lotta, il gioielliere, è riuscito a sfilare dalla pistola il caricatore. Ma il rapinatore, non s’è fermato. ha strattonato il gioielliere e l’ha reso inoffensivo, tirandogli con il calcio della pistola un forte colpo in testa. Poi, con il titolare della gioielleria, steso a terra e messo ko, ha arraffato cinquanta euro e un rotolo di gioielli e s’è dato alla fuga, dirigendosi verso via Popilia. Il gioielliere ha allertato la sala operativa del 113. A sirene spiegate sono arrivate sul luogo dell’emergenza, diverse pattuglie della squadra Volante. Gli agenti del pronto intervento del 113, coordinati dal commissario Giuliana Ferrara, dopo aver raccolto la testimonianza del gioielliere, si sono messi al lavoro, a caccia di indizi. Nel frattempo, sul luogo della rapina, sono interventi anche i medici del 118 che hanno medicato l’uomo. Pochi minuti dopo, sono arrivati anche gli agenti della polizia scientifica che, agli ordini del responsabile Agostino Guarnieri, hanno repertato ogni singolo indizio trovato sulla scena del crimine, sperando di trovare, tra quelle serie di impronte, la firma del seminatore di paura. Il rapinatore nel frattempo, dopo essersi disfatto del soprabito, e della maschera, ha continuato la sua fuga, a piedi. Lungo via Popilia, ha anche tentato di bissare il colpo, bussando con la pistola al finestrino di un’auto, per costringere il proprietario a mollare lo sterzo e a scendere. L’automobilista, fermo nella sua utilitaria, non è sceso. Anzi ha ingranato la marcia e s’è allontanato a tutto gas. sarà lui stesso, poco dopo, ad allertare la sala operativa del 113, per raccontare l’accaduto. Nel negozio, nel frattempo, gli inquirenti hanno continuato il loro lavoro. Il gioielliere, ascoltato a lungo, ha dato una dettagliata descrizione del rapinatore. Non è riuscito a vederlo in volto, ma secondo lui, aveva tra i 20 e i 25 anni. Gli agenti della Scientifica hanno anche recuperato il caricatore della pistola. E’ risultata essere un giocattolo. Ma il gioielliere non lo sapeva. Le indagini sono dirette dai detective della squadra Mobile, coordinati dal commissario capo Antonio Miglietta. Le telecamere a circuito chiuso, installate all’interno e all’esterno della gioielleria, hanno raccontato le fasi salienti di quel crimine, senza, però, riuscire ad immortalare mai bene il rapinatore. Ancora in fuga. la caccia è aperta. Ora è solo questione di indizi, di fiuto e di dna.

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