REGGIO CALABRIA – Era il primo settembre del 1990. Ore 21:30. Una serata calda, ideale per girare in motorino…ma non per morire. Non cosi’, non per “sbaglio”.
Domenico Catalano viene ucciso trivellato da colpi di pistola. L’unica colpa? Indossare una maglietta a righe.
La stessa che indossava il vero obiettivo da far fuori, Vincenzino Zappia, detto “Zappa”.
E’ così, la cronaca della morte di un ragazzo appena sedicenne. Che non c’entrava niente.
Qualcuno lo chiamera’ destino, qualcuno disgrazia, qualcuno sfiga.
Eppure, a distanza di 23 anni dall’orribile delitto, ancora non c’è un epilogo a questa triste storia. Una storia di ‘ndrangheta, di vendette, di guerre tra clan.
Il pm della DDA di Reggio Calabria, Rocco Cosentino, durante la requisitoria di ieri, nell’ambito del processo “Bless”, ha chiesto l’ergastolo per il boss Pasquale Condello, detto “il Supremo”, esecutore dell’uccisione del povero ragazzo e arrestato nell’ottobre del 2010 per una serie di reati in seguito ad anni di latitanza.
Speriamo che presto la giustizia possa vincere in questo lungo processo.
