Sembrava una consueta faccenda di pascolo abusivo, molto frequente nella zona, finché gli agenti della forestale hanno fanno una scoperta davvero inquietante
REGGIO CALABRIA – Una pattuglia del Comando Stazione Forestale di San Roberto, operante nell’ambito dei servizi di controllo del territorio predisposti dal Comando Provinciale di Reggio Calabria, allertata da una segnalazione della Polizia di Stato, ha sorpreso un pastore, R.M di anni 70, che conduceva un gregge di pecore e capre in una zona vietata al pascolo in località Bocale nel comune di Reggio Calabria.
Per i militari sembrava la solita, consueta faccenda di pascolo abusivo, molto frequente nella zona, ma l’inquietante scoperta ha lasciato di stucco gli agenti della forestale. Eh si, perché dopo una serie di controlli è stato appurato che il gregge, composto da circa 70 capi, era stato posto dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria in quarantena poiché facente parte di una mandria in cui circa 130 capi erano già stati abbattuti poiché contagiati dalla temibile brucellosi. La legge dispone che i capi di bestiame, non risultati positivi ai controlli, restino sotto stretta quarantena fino a che le Autorità Sanitarie competenti, dopo ripetuti controlli sierologici non ne certifichino la sanità. In questo caso il gregge, nonostante la quarantena, era stato portato al pascolo come se nulla fosse, rischiando così di diffondere l’agente infettivo nel caso di infezione latente del bestiame, anche contro il volere della proprietaria degli animali stessi, familiare del pastore denunciato, la quale dichiarandosi completamente estranea ai fatti, ha fornito alla pattuglia forestale tutta la documentazione sanitaria in suo possesso. Il pastore è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per i reati di cui all’art. 500 e 650 del codice penale concernenti le norme riguardo la prevenzione della diffusione di malattie degli animali e delle piante e l’inosservanza dei provvedimenti di Autorità.
