PALMI – Operazione ‘Non solo moda’: sgominata un’elegante gang dedica al commercio di beni di lusso.
Sette persone sono state arrestate dai carabinieri di Palmi, nel reggino, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere della locale Procura della Repubblica. I malviventi dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, ricettazioni, falsità in scrittura privata e di sostituzione di persona. Il gruppo di sodali era specializzato nel truffare aziende operanti nel settore della moda, delle autovetture di lusso e dei gioielli. Gli arrestati sono quasi tutti residenti nel Reggino. Si tratta infatti di Salvatore Condello, 33 anni, ex assessore del Comune di Gioia Tauro (Rc); Claudia Carmelina Pisante, 33 anni, entrambi di Palmi; Gaetano Condello, 40 di Gioia Tauro, Francesco Sgro’, 39 anni di Melito Porto Salvo, Andrea Torre, 40 anni di Gioia Tauro, destinatari della misura di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale di Palmi. Sono finiti invece ai domiciliari Domenico Antonio Pisante, 32 anni, e Rosanna Pugliese, di 31. Infine, a Maria Concetta Limardo, di Limbadi nel Vibonese, è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza. Gli inquisiti sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, ricettazione e reati contro il patrimonio. Gli indagati acquistavano con una strategia rodata merce che non pagavano o pagavano con assegni rubati o contraffatti. Le indagini svolte dai carabinieri della stazione di Palmi, e coordinate dalla procura di Palmi hanno portato al sequestro di 5 attività commerciali e due conti correnti intestati agli arrestati ritenuti proventi delle attività illecite. Il valore dei beni sequestrati è però ancora in corso di quantificazione. L’associazione criminale, secondo quanto reso noto dalle forze dell’ordine, avrebbe operato nell’intero territorio nazionale, compiendo una considerevole sequenza di azioni criminose, prevalentemente truffe realizzando considerevoli profitti talora reinvestiti in attività illecite. Il modus operandi dell’associazione spaziava dall’utilizzo di false generalità, di utenze telefoniche intestate a prestanome e di assegni privi della copertura finanziaria fino alla stipula di falsi contratti e fideiussioni.
