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Diseducazione all’ambiente, Enel porta gli studenti nella centrale del Mercure

gita centrale mercure

Un insulto al territorio la visita alla centrale elettrica costruita all’interno del Parco Nazionale del Pollino. 

 

LAINO BORGO (CS) – Operazione di diseducazione all’ambiente per i giovani studenti calabresi e lucani. “La gita che coinvolgerà varie scuole della Lucania e della Calabria e che porterà gli studenti in visita alla Centrale del Mercure è un insulto di Enel al territorio”. È quanto affermano in una nota congiunta del Movimento 5 Stelle, il portavoce parlamentare Paolo Parentela, il portavoce eurodeputato Piernicola Pedicini e i portavoce consiglieri regionali della Basilicata Gianni Leggieri e Gianni Perrino. I quattro esponenti pentastellati aggiungono che “l’idea della gita in una Centrale che si trova nel bel mezzo di un Parco naturalistico, è fortemente diseducativa. Enel mette a disposizione le navette ed anche uno chef che farà mangiare agli studenti i prodotti tipici della zona. È vera e propria propaganda, tesa a convincere le nuove generazioni che la presenza di una Centrale fortemente inquinante nel proprio territorio sia una cosa buona e giusta.

 

Nulla a che vedere con la prospettiva di futuro e di tutela del territorio che i giovani devono avere. Il territorio su cui insiste la Centrale si è fortemente opposto alla riapertura della centrale, che è stata oggetto di diverse interrogazioni parlamentari tese a far ritirare l’autorizzazione concessa dalla Regione Calabria. Sull’approvvigionamento del cippato di legno che serve ad alimentarla, c’è l’ombra della ‘ndrangheta e gli istituti scolastici non possono permettersi di concedere ai propri studenti un messaggio così fortemente diseducativo”. Parentela, Pedicini, Leggieri e Perrino concludono: “Nell’invito di Enel ai dirigenti scolastici si parla di far scoprire progetti di tutela per l’ambiente. Siamo alle comiche, visto che con la Centrale del Mercure, Enel rischia di distruggere una delle aree protette più grandi e importanti d’Europa”.

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